Milano, 27 ottobre 2013 - Da 100 anni addolcisce Milano, la fabbrica del cioccolato Zaini. Dalla tavoletta per il combattente alle rocks-drops, e gianduiotti, cremini, boeri, persino un block Emilia, blocco di cioccolato fondente ideale per ogni declinazione, realizzato in modo da non dover essere fuso insieme al latte: ricetta segreta, pure risalente al 1913, sperimentata dalla tata Emilia per i bambini di casa. Ma sarà la signora Olga a commercializzarla negli anni Cinquanta. Lei, moglie del fondatore Luigi Zaini, subentrata alla morte di lui, 1938, alla direzione della ditta, è una delle prime donne imprenditrici d’Italia. E può contare su un cast femminile armonioso ed efficientissimo.

Ci sono anche i loro ritratti nella mostra allestita lungo lo Scalone Monumentale della Sala del Grechetto alla Biblioteca Sormani, dal 29 ottobre: «Milano 1913-2013 Luigi Zaini e la fabbrica di cioccolato. Storia, arte e racconti», a cura di Luigi Sansone. Negli archivi della civica biblioteca si conservano i segni della storia di questa azienda. Che continua a inebriare il quartiere di Dergano (sede in via Imbonati), e da qui il mondo. Dopo Olga, e Vittorio e Piero, seconda generazione, ora sono i rappresentanti della terza, Luigi e Antonella, a scegliere perciò di celebrare la propria tradizione e cultura imprenditoriale affidandosi a un’istituzione altrettanto radicata nella città.

E i visitatori, accanto a riviste di costume e opere letterarie, come la cinquecentesca «Historia del Mondo Nuovo» del viaggiatore milanese Girolamo Benzoni, che documenta l’esistenza del cacao, possono apprezzare le figurine di calciatori, automobilisti, ciclisti, allegate alle confezioni di cioccolato Zaini. Le stesse golosamente collezionate da Leonardo Sciascia, che in un’intervista dichiarò di essersi così appassionato al calcio. Peraltro, il pugile Primo Carnera è immortalato in una foto del 1958, mentre in uno stand della Fiera del Levante riceve in omaggio una scatola di cioccolatini Zaini.

Gli anni del benessere economico e dello sviluppo si riflettono sulle «confezioni scatole fantasia», fiori, paesaggi, bambini sorridenti... Che nostalgia! Sul mercato dei prodotti di alta qualità, la ditta s’inserisce a costi competitivi, garantendo ai consumatori cosa c’è dentro il suo cioccolato «Amica»: vedi i risultati delle analisi del Laboratorio Cantonale di Losanna, attestanti nel 1963 il rispetto dei requisiti stabiliti per legge.

Negli ultimi anni, ancora la linea «Milano», prodotti confezionati in pochette riproducenti il Duomo, il Castello Sforzesco e la Scala, offrono quel po’ di cioccolata che basta mangiare, quando ci si sente tristi e addolorati, aspettando solo un po’ di tempo «perché tutto si metta matematicamente a bene» (consiglio di Tommaso Landolfi nel «Dialogo dei massimi sistemi»). Si celebri dunque «La festa del cioccolato», come la rappresenta il dipinto realizzato per l’occasione da Nicola Pankoff, con un elegante edificio adibito al culto del cacao, trasportato in mongolfiera in una dolce serata di luna. Opera in mostra, tra le altre firmate da contemporanei e artisti del passato: vedi il pastello «Chocolat» di Sonia Delaunay, 1914, e di Gianfilippo Usellini il bozzetto per una creazione realizzata da una nota pasticceria milanese, «La torta della fortuna». Se mai si replicasse, subito partirebbero prenotazioni.

Palazzo Sormani, via Francesco Sforza 7, 29 ottobre-6 gennaio 2014 (chiuso domenica e festivi).

di Anna Mangiarotti