Milano, 27 ottobre 2013 - A sentenziarlo, ora, è la delibera approvata solo giovedì dal Consiglio di Zona 9: ogni finesettimana due aule dell’Istituto comprensivo Pertini di via Asturie ospitano anche «lezioni di religione islamica». Iniziato ad ottobre, il corso andrà avanti fino ad aprile: una scuola parallela. Una scuola araba nelle aule della scuola pubblica. Le lezioni sono frequentate da 20 bambini di età compresa tra i 5 e i 13 anni con «uno o entrambi i genitori di origine egiziana». Ma non c’è chiarezza su chi le impartisca. Beatrice Uguccioni, a domanda, risponde: «Mi risulta che a tenere le lezioni siano alcuni genitori dei bambini, insegnanti di professione. Il progetto educativo — spiega la stessa presidente del parlamentino di zona 9 — non è gestito dal Comune o dalla scuola ma dalla Cooperativa Diapason».

L’associazionE ha chiesto già l’anno scorso al Consiglio d’Istituto della scuola l’autorizzazione ad usare due o tre aule nel finesettimana. Una richiesta ribadita anche per l’anno scolastico 2013/2014. E per due volte il Consiglio d’Istituto di via Asturie ha risposto affermativamente. Ma nelle lettere con la quale Diapason chiede di poter utilizzare le aule non v’è alcun riferimento a corsi di religione islamica. La missiva firmata dal presidente della coop il 27 giugno scorso accenna solo ad «un corso gratuito di lingua araba rivolto a bambini e bambine con uno o entrambi i genitori di origine egiziana» ospitato già nel 2010 nella sede della onlus.

Un’iniziativa caldeggiata «da un gruppo di genitori egiziani» e sostenuta perché «il bilinguismo va incoraggiato». In ossequio a tale principio, la scuola resta aperta pure al sabato e alla domenica: lezioni dalle 9 alle 12, i genitori provvedono a pulire le aule, il Comune a pagare il riscaldamento. Ad allarmarsi sono i consiglieri di zona della Lega Nord: «Sui volantini distribuiti fuori dalla scuola dalle famiglie egiziane si fa riferimento non solo a corsi di lingua araba — fa sapere Andrea Pellegrini — ma anche a corsi di memorizzazione del Corano».

Da qui la richiesta di chiarimenti al Comune e in Consiglio di Zona, dove, giovedì, approda la delibera per la concessione delle aule. È allora che Uguccioni emenda l’atto inserendo pure la «religione islamica» tra le materie del corso: «Perché non avrei dovuto esplicitarlo?». Il programma è anche più ampio: i bimbi studiano, in lingua araba, pure storia, geografia e matematica. «Grazie a queste lezioni — spiega Uguccioni — possono sostenere gli esami al consolato egiziano e ottenere diplomi scolastici riconosciuti anche nel Paese d’origine». Peccato che nell’atto con il quale l’allora vicesindaco Maria Grazia Guida e l’assessore Daniela Benelli rispondono, il 24 luglio 2012, all’interrogazione del leghista Alessandro Morelli, si specifichi che «il laboratorio non segue alcuna direttiva del Consolato egiziano».

giambattista.anastasio@ilgiorno.net