Milano, 23 ottobre 2013 - La trasandatezza dei secoli si è via via accanita sulle sue pareti, coprendone l’inestimabile pregio. In alcuni punti si contano sette strati di intonaco, in altri addirittura tredici. Grezze distese di malta, grossolane mani di bianco, rivestimenti in gesso: «Un po’ come quando si ritinteggia casa propria», sintetizza Marco Ciatti, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Ma la Sala delle Asse su quella storia d’incuria si sta prendendo la rivincita.

La scoperta solo una settimana fa, l’annuncio ieri: proprio i restauratori dell’Opificio hanno rinvenuto, inframezzati tra le successive distese di intonaco, disegni preparatori «pacificamente attribuibili» a Leonardo Da Vinci. Sei bozze a muro di quel Monocromo che già nel 1954 fu sentenziato essere frutto del genio vinciano. Chiamato alla corte di Ludovico il Moro, Leonardo iniziò a lavorarci nell’aprile del 1498 promettendo di concluderlo entro pochi mesi.

Un enorme e sorprendente trompe l’oeil, il Monocromo. Pittura in cui in più punti si fondono geometria e stilizzazione artistica: quelli che si è soliti definire «nodi vinciani». Rappresenta, il Monocromo, la radice, incastrata nella roccia, di uno degli alberi che ornano la sala del Castello Sforzesco. E la scoperta delle bozze è partita proprio da qui.

Nel 2006, a causa del degrado in cui versava la Sala delle Asse, viene avviata una campagna di studio sullo stato di conservazione delle pitture. Dalle analisi emerse la necessità di un nuovo intervento di restauro. Solo due anni fa il via alla stesura del progetto. Fissata ad oggi la chiusura al pubblico della sala e l’inizio dei lavori. Ma a tale annuncio se n’è aggiunto un altro: quello del ritrovamento, solo una settimana fa, durante la fase di «cantierizzazione», dei disegni preparatori del Monocromo. Sei per ora. Ma Ciatti è pronto a scommettere che altri se ne troveranno, «a meno che non si è avuta la fortuna di scoprire gli unici punti delle pareti in cui erano nascosti». Un work in progress, i restauri. E, fatto inedito, potranno essere seguiti in diretta, minuto dopo minuto, fase dopo fase, sul sito www.saladelleassecastello.it.

La scadenza è perentoria: la Sala delle Asse, i disegni e le pitture che ne fregiano pareti e volta dovranno essere pronti e visitabili entro il primo maggio del 2015, giorno di inizio dell’Expo di Milano. La storia della città, del maniero e di Leonardo sempre più sovrapponibili in un’unica icona. «L’avvio di questi lavori è di assoluta importanza per Milano e per la comunità scientifica internazionale — commenta Filippo Del Corno, assessore alla Cultura —: Leonardo sarà l’artista simbolo della nostra Esposizione, a lui saranno dedicati un polo al Castello e una grande mostra a Palazzo Reale». I restauri saranno finanziati da A2a, per una spesa di 1,5 milioni di euro. La rivincita sulla storia va consumata in fretta: il 2015 è alle porte.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net