Milano, 9 ottobre 2013 - Non solo Sicilia. I possedimenti riconducibili a Matteo Messina Denaro, il latitante di mafia più ricercato dalla Giustizia italiana, si trovavano anche in Lombardia. Più precisamente fra le province di Varese e Milano. Beni per un valore di 38 milioni di euro che sono stati sequestrati dai Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani. Il provvedimento è stato emesso dal tribunale di Trapani, su richiesta della Dda di Palermo.

Il patrimonio riconducibile al boss latitante Matteo Messina Denaro e alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara comprendeva aziende olearie, attivita' commerciali, abitazioni, terreni e numerosi rapporti bancari. Il maxi sequestro è stato messo a segno nelle province di Trapani, Varese e Milano ed è stato possibile dopo l'arresto di esponenti di spicco dell'organizzazione criminale.

Gli accertamenti patrimoniali hanno evidenziato una gestione occulta di societa' e imprese che monopolizzavano di fatto il mercato olivicolo e il settore dell'edilizia, e sono risalite al patrimonio disseminato tra i prestanome della mafia campobellese, che possedeva per loro tramite non solo aziende ma anche vasti terreni nel trapanese e nella provincia di Varese. Il sequestro ha colpito 2 strutture industriali, 4 societa' attive nel settore olivicolo, 181 immobili, tra cui ville, appartamenti, magazzini e terreni agricoli, 20 autovetture, nonche' 43 rapporti bancari e 5 polizze assicurative. La mafia inoltre investiva in lavori commissionati alle imprese riconducibili al Rosario Cascio, ritenuto il braccio imprenditoriale di Messina Denaro. Sono stati inoltre sequestrati i beni di Filippo Greco, titolare di societa' immobiliari e di costruzioni nella provincia di Varese, e indicato come principale finanziatore della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara.