Milano, 8 ottobre 2013 - Baby-gang MS13 nel mirino della polizia dopo gli ultimi episodi registrati in una Milano sempre più invasa da gruppi e bande anche di minorenni, gang strutturate in modo gerarchico e in guerra fra loro. La gang, secondo quanto spiegato dal dirigente della squadra mobile di Milano, Alessandro Giuliano, e dal responsabile della II sezione, Paolo Lisi, "aveva come finalità quella di imporsi all'interno della comunità latino-americana" e quindi era solita ricorrere alla violenza per imporre il proprio ruolo egemone alle altre bande, ma anche di autofinanziarsi e contribuire al mantenimento dei propri membri detenuti attraverso rapine e furti di strada.

 

24 ARRESTI (7 MINORENNI) - La polizia di Stato di Milano, nelle province di Milano, Brescia, Cremona, Novara, Pavia e Monza, ha arrestato 24 ragazzi, latino-americani, tra i 17 e i 36 anni, ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di associazione per delinquere, rapina, lesioni personali aggravate e porto illegale di armi da taglio. Il  gruppo criminale si era strutturato in modo gerarchico, attribuendo a ciascun membro ruoli ben definiti in relazione alle attivita' illecite da realizzare. Per alcuni tra i maggiorenni è stata prevista la custodia cautelare in carcere, per altri solo gli arresti domiciliari mentre per 3 tre indagati minorenni ci sarà la misura cautelare del collocamento in comunità

 

LE INDAGINI DA DUE TENTATI OMICIDI - Gli investigatori hanno documentato che i membri della gang Ms13 di Milano erano in contatto con la "Pandilla" in Salvador. L'organizzazione era comunque autonoma ed è stata smantellata partendo dalle indagini relative a due tentati omicidi avvenuti nel capoluogo lombardo nel gennaio 2011 (alla fermata della metropolitana Duomo) e nel successivo mese di febbraio (in via Pompeo Castelli). E infatti le ordinanze di custodia cautelare notificate oggi a 25 soggetti riguardano anche quattro maggiorenni già detenuti, un minorenne attualmente recluso all'istituto Beccaria e altri due minorenni posti già allora in una comunità.

 

STRUTTURA GERARCHICA - I provvedimenti richiesti dal pm Adriano Scudieri e dalla sua collega della Procura dei minori Annamaria Fiorillo, hanno raggiunto 18 maggiorenni e sette minorenni, la maggior parte dei quali originari di El Salvador ma anche provenienti da Colombia, Cile e Ecuador. Secondo quanto emerso dall'operazione "Mereros" a capo di quella che gli inquirenti definiscono una vera e propria organizzazione criminale c'era il 25enne Josuè Flores Soto, detto "Kamikaze".

 

ARMI E DECALOGO CON REGOLE DI OBBEDIENZA Nel corso delle perquisizioni compiute in diverse province lombarde, oltre che a Novara, la polizia ha sequestrato quattro machete, dei coltelli e un decalogo con le rigidissime regole di cieca obbedienza che gli affiliati dovevano tenere nei confronti dei loro capi.  Il presunto capo dell'associazione a delinquere, Flores Soto, era definito "Ranflero" e le indagini hanno evidenziato come impartisse ordini indiscutibili riguardanti punizioni per i membri più riottosi ad eseguire i compiti che gli venivamo assegnati o nei confronti di appartenenti ad altre gang latine presenti a Milano: il via libera a queste punizioni era detta "la luce verde".

 

RITO D'INIZIAZIONE - Per entrare nella gang, gli affiliati si sottoponevano a un vero e proprio rito di iniziazione, che per gli uomini constava di un pestaggio di almeno 13 secondi. Alle donne era riservata una violenza sessuale. Una volta ammessi, gli appartenenti potevano sfoggiare tatuaggi e simboli della "Ms13" ed erano soliti tracciare graffiti nei pressi dei loro ritrovi: ne sono stati documentati al Parco Nord, in via Rimini e in via Giovanni da Procida, sempre a Milano.