di Giambattista Anastasio

Milano, 30 settembre 2013 - Partiranno nei prossimi giorni le prime assegnazioni di appartamenti alle famiglie rom attualmente ospitate in via Lombroso. «Siamo in dirittura d’arrivo» assicuravano ieri da Palazzo Marino. Prende così il via la seconda fase del piano di integrazione dei nomadi varato a novembre del 2012 dalla Giunta comunale e rimasto in stand by fino a marzo. Solo allora, infatti, il Governo ha definitivamente sbloccato i fondi per il piano rom: 5,6 milioni di euro destinati a finanziare interventi graduali con l’obiettivo di porre fine agli accampamenti abusivi e di superare la logica stessa dei campi per inserire i nomadi in società sostenendoli nella ricerca di un lavoro e di una casa.

Ad agosto il Comune aveva quindi inaugurato il centro di accoglienza di via Lombroso: 148 i posti letto disponibili, tutti riservati ai nomadi nel frattempo sgomberati dagli insediamenti irregolari. Regole chiare, nonostante qualche mal di pancia: quello di via Lombroso vuole essere un centro di breve permanenza. Le famiglie rom possono soggiornarvi per non più di 160 giorni: il periodo massimo è in realtà fissato a 40 giorni ma, a seconda dei bisogni e dei casi, si possono ottenere fino a quattro proroghe. Che succede una volta raggiunto il limite dei 160 giorni?

«Questo centro — aveva spiegato Marco Granelli, assessore comunale alla Sicurezza e alla Coesione sociale — rappresenta il primo passo del percorso d’integrazione studiato dall’amministrazione in base ai dettami del piano rom approvato dal Governo nel 2008. Gli operatori del Comune e della Fondazione Arca terranno colloqui con gli ospiti per stilarne un profilo e aiutarli a trovare un lavoro».

Una volta fuori da via Lombroso, le famiglie che avranno accettato il percorso di inserimento proposto loro dagli operatori e che avranno mosso i primi passi per rendersi autonome, potranno ottenere una casa tra quelle gestite dal terzo settore. E per una ventina di famiglie il momento di lasciare i prefabbricati di via Lombroso è ormai arrivato. Nei prossimi giorni saranno infatti assegnati i primi appartamenti.

A metterli a disposizione del Comune sono state, come previsto, le associazioni del terzo settore rispondendo al bando da 300 mila euro lanciato proprio da Palazzo Marino contestualmente all’inaugurazione del nuovo centro di breve permanenza. Il contratto d’affitto sarà siglato tra le famiglie e le associazioni proprietarie degli alloggi a prezzo calmierato e per un massimo di 2 anni. Poi le famiglie dovranno provvedere da sé.
giambattista.anastasio@ilgiorno.net