Milano, 3 settembre 2013 - Sono scattati gli aumenti delle tariffe per il servizio ferroviario lombardo. Colti di sorpresa molti pendolari di rientro dalle ferie, che si sono trovati a pagare i rincari dello 0,2 per cento su biglietti e abbonamenti. Costi sensibilmente lievitati, a Milano, anche per le tessere settimanali, mensili e annuali di Atm, per i passeggeri delle linee di metropolitana, bus e tram: rincari che, in alcuni casi, sfiorano il 20 per cento.


Rientro con stangata per i pendolari milanesi e lombardi alle prese con pesanti rincari sulle tariffe per il servizio ferroviario. «In Lombardia arrivano puntuali solo gli aumenti, i treni no», attacca Dario Balotta responsabile trasporti Legambiente Lombardia. Ma non solo, sui pendolari bergamaschi e bresciani pende un’altra spada di Damocle con la paventata cancellazione di quattro treni a lunga percorrenza sulla tratta Venezia-Milano.

Balotta, si profila un arretramento per la Lombardia, che succede?
«Molto semplice, con quello che viene chiamato federalismo ferroviario le cose sono peggiorate. Ma ciò che sorprende di più e che Zaia e Maroni, che si riempiono la bocca di macroregione, poi non si parlano per trovare una soluzione nell’interesse dei pendolari tutti».

E gli aumenti?
«Ingiustificati. Perché si misurano sulla puntualità dei treni. Crollata in media di 3,4 punti. Quindi perché gli aumenti? Così facendo si riporta la gente sulle strade. C’è una domanda di trasporto pubblico non intercettata e che anzi viene disincentivata dai rincari».

Anche Atm risponde con gli aumenti...
«Sì (ma non fa partire l’orario invernale per bus e tram) e il leit motiv è che ci sono costi elevati di gestione. E allora che fanno Trenord e Atm? Aumentano le tariffe mentre dovrebbero razionalizzare i costi delle strutture. Ad esempio la criticità di Milano è la mancata integrazione di tariffe e servizi su scala metropolitana».

La soluzione?
«Non è certo quella della fusione, ipotesi che accarezzano Maroni e Pisapia pensando di risolvere i problemi di Atm e Trenord. Non è questa la strada. Basta vedere che cosa è capitato al gigante Trenord nato dalla fusione di Fnm e Fs Lombardia. Sconta pesanti limiti gestionali e ancora non si è ripresa dalla caporetto ferroviaria del dicembre scorso, quando i manager del colosso non riuscirono a far decollare il sistema informativo goal real applicato senza problemi in ogni parte del mondo».

Stefania Consenti

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