Milano, 23 agosto 2013 - «Caro Giuliano, ora ti chiediamo di accelerare». Sta in queste 7 parole la sintesi perfetta della lettera inviata al sindaco Pisapia dal centro sociale Leoncavallo. Una lettera a doppia firma, in realtà: sulla sinistra quella dello «Spazio pubblico autogestito Leoncavallo», sulla destra quella dell’«Associazione delle Mamme» di via Watteau. Al primo cittadino si chiede di onorare al più presto la promessa di mettere in regola quello che è il centro sociale di più lunga tradizione in Italia. La missiva è stata inviata al sindaco già a inizio giugno. Ma in via Watteau si è ritenuto opportuno non farla circolare. Se non sui social, ma ad esclusivo beneficio dei fedelissimi: protesta a circuito chiuso, perché Pisapia, come recita l’incipit della missiva, al Leonka è prima di tutto «Giuliano».

Le settimane sono però passate senza che da Palazzo Marino arrivassero risposte. «Siamo preoccupati — ammettono dal centro sociale —. L’ultima volta che dal Comune ci hanno informato sulla regolarizzazione sarà stato un anno fa. Tutti dicono che la trattativa coi Cabassi (i proprietari del capannone di via Watteau ndr) andrà a buon fine. Ma non abbiamo riscontri». Proprio su queste pagine, a Ferragosto, il sindaco aveva assicurato che la regolarizzazione sarà compiuta «in tempi ragionevoli». Troppo poco, evidentemente, per i militanti. Ecco, allora, la missiva. Per esprimere l’amarezza del Leonka senza correre il rischio di fraintendimenti: «Caro Giuliano, abbiamo partecipato con entusiasmo alla tua campagna elettorale, già dalle primarie avevamo individuato in te il nostro candidato ideale. Si trattava di cambiare una città amministrata per troppi anni da una destra forte con stranieri, rom ed emarginati, ma sempre tollerante coi poteri forti. Si trattava di dar vita al “vento del cambiamento”.

Ormai sono trascorsi due anni. Sappiamo che il governo della città è alle prese con problemi importanti per i cittadini. E dietro a tutto ciò l’onnipresente immagine di una coperta corta. Noi - però - avevamo fatto una proposta: un “patto per la città” per inserire il Leoncavallo tra i servizi per il territorio. A costo zero. Per questo abbiamo risposto all’appello dell’assessorato alle Politiche sociali (per il piano antifreddo ndr) senza invito scritto, convinti che quando qualcosa cambia vada accompagnato. È stato un esempio virtuoso di integrazione nei servizi della città e la testimonianza della validità della nostra proposta. Speravamo che la vicenda della regolarizzazione arrivasse a conclusione prima della campagna per le scorse elezioni; ora ti chiediamo di accelerare e di precedere la prossima. Il persistere dell’indecisione continua a privare i milanesi delle potenzialità che 10.000 metri quadrati possono esprimere in servizi pubblici per la collettività».

giambattista.anastasio@ilgiorno.net