Milano, 17 agosto 2013 - Corso Monforte, arriva il nuovo prefetto Francesco Paolo Tronca. Lunedì mattina l’ormai ex capo del Dipartimento dei vigili del fuoco si insedierà ufficialmente a Palazzo Diotti. Già, Palazzo Diotti, snodo fondamentale della carriera istituzionale del palermitano. Proprio qui, nel marzo 1979, Tronca ha iniziato il suo percorso come capo della segreteria del Prefetto e responsabile dell’ufficio Protezione civile: fu lui, negli anni Ottanta, a mappare le aziende a rischio della provincia, gestire i piani di emergenza per la centrale nucleare di Caorso e per il reattore Cesnef del Politecnico, nonché a occuparsi della grande nevicata del 1985.

Otto anni dopo, l’incarico di vicecapo di Gabinetto, nel 2000 è viceprefetto vicario: chiuderà (momentaneamente) la sua esperienza sotto la Madonnina coordinando le operazioni di soccorso e assistenza ai familiari delle vittime del disastro aereo di Linate dell’8 ottobre 2011. Tra due giorni, il ritorno in grande stile. Certo, Tronca non avrà molto tempo per ambientarsi, anche perché sul suo tavolo c’è un dossier scottante ad attenderlo: il raduno neonazista, alias Festival Boreal, in programma tra il 12 e il 14 settembre in un luogo ancora ignoto nella zona Nord di Milano, come riporta genericamente il manifesto della kermesse organizzata da Forza Nuova. Una manifestazione già condannata dal Comune e dall’Associazione dei partigiani: «Interverremo con tutte le nostre possibilità — ha attaccato il sindaco Giuliano Pisapia — per evitare che ci sia questo sfregio alla città».

Non solo. Il primo cittadino ha tirato in ballo, seppur in maniera indiretta, sia corso Monforte che la Questura, dicendosi «certo che le autorità competenti si adopereranno per impedire che avvengano, in qualsiasi forma, quelle violazioni della Costituzione e delle leggi vigenti che caratterizzano i contenuti dei raduni delle destre neofasciste». Il responsabile sicurezza del Pd, Emanuele Fiano, è arrivato addirittura a consigliare alla Prefettura di «verificare per tempo l’identità degli invitati al fine di prevedere la possibilità di dichiarare ospiti indesiderati quanti di questi già nei loro Paesi d’origine sono considerati attivisti pericolosi per la pacifica convivenza».

Per non parlare dell’Anpi, che ha chiesto ai vertici di Palazzo Diotti di non ripetere l’errore di qualche mese fa, quando, in un capannone di via Toffetti, zona Rogoredo, si tenne un concerto organizzato dai gruppi Hammerskins, con centinaia di militanti in arrivo da tutta Europa. Insomma, una questione tutt’altro che facile da affrontare. Anche perché la legge non lascia molti margini di manovra: se l’evento si tiene in un luogo privato (come nel caso di giugno), ci si può fare davvero poco. A meno che non vengano ravvisati evidenti problemi per l’ordine pubblico in città.

Nicola Palma
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