Milano, 14 agosto 2013 - «Interverremo con tutte le nostre possibilità per evitare che ci sia questo sfregio alla città». Il sindaco Giuliano Pisapia dichiara guerra al Festival Boreal 2013, il raduno di estremisti di destra che si terrà, come anticipato dal Giorno, tra il 12 e il 14 settembre. In realtà, gli organizzatori di Forza Nuova non hanno ancora reso noto il luogo in cui si svolgerà la kermesse: nel manifesto che pubblicizza la tre giorni sul sito web di FN («Se non vieni, non potrai mai dire ai tuoi nipoti: io c’ero», lo slogan), si parla genericamente di «Milano Nord», lasciando intendere che alla fine potrebbe essere scelto un posto nell’hinterland. In ogni caso, Pisapia avverte: «Preoccupa molto il fatto che molte iniziative si vogliano concentrare qui, città medaglia d’oro della Resistenza: non lo possiamo accettare».

Il motivo è chiarissimo: «Ci sono delle regole e vanno rispettate — aggiunge il primo cittadino — chi fa apologia di fascismo o di nazismo non può avere la possibilità di circolare liberamente nella nostra città e nel nostro Paese: lo dice la Costituzione e lo dicono le nostre leggi». Quindi, l’appello, via Facebook, a Prefettura e Questura: «Sono certo che le autorità competenti si adopereranno per impedire che avvengano, in qualsiasi forma, quelle violazioni della Costituzione e delle leggi vigenti che caratterizzano i contenuti dei raduni delle destre neofasciste».

In serata, la risposta indiretta a Pisapia arriva sul blog ufficiale di Forza Nuova Milano: «Oh ragazzi, mi raccomando… dopo settembre, i “raduni” solo dalle città medaglia di bronzo in giù ;-)», il post firmato Barracuda. Intanto, al coro di «no» si aggiunge da Roma il deputato Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Partito democratico: «Faccio appello a tutti gli antifascisti italiani perché negli stessi giorni si organizzi a Milano una manifestazione pacifica e non violenta». Inoltre, l’esponente del Pd consiglia alle forze dell’ordine «di verificare per tempo l’identità degli invitati al fine di prevedere la possibilità di dichiarare ospiti indesiderati nel nostro Paese quanti di questi già nei loro Paesi d’origine sono considerati attivisti pericolosi per la pacifica convivenza».

Basta consultare l’elenco degli aderenti per farsi un’idea. Si comincia dalla Gioventù delle 64 Contee, compagine ungherese che richiama sin dal nome l’ex impero austro-ungarico e reclama l’antica estensione della Grande Ungheria: il leader Laszlo Toroczkai sostiene da sempre che «Hitler è stato un politico di calibro europeo il cui pieno apprezzamento deve ancora arrivare». E ancora, sono attesi i vertici di Democracia Nacional, i croati dell’Hcsp, i francesi di Renouveau fraincais, gli svedesi di Nordisk Ungdom, i norvegesi di Malmannen e i fiamminghi di Voorpost. Può bastare?

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