Milano, 12 agosto 2013 - Il tam tam è partito qualche giorno fa sul web. Le adesioni sono pronte. Si scaldano i gruppi musicali invitati all’evento. Ci sono anche le date: 12, 13 e 14 settembre. Manca solo il luogo, e non c’è da meravigliarsi quando si parla di raduni di neofascisti. Di certo si sa che migliaia di militanti dei movimenti dell’estrema destra di mezza Europa si sono dati appuntamento dalle parti di «Italia-Milano Nord», come riporta genericamente il manifesto della seconda edizione del Festival Boreal. Uno spazio nella periferia metropolitana o un Comune dell’hinterland? Presto per saperlo.

«Se non vieni non potrai mai dire ai tuoi nipoti: io c’ero», lo slogan sulla pagina Facebook della sezione locale di Forza Nuova, che sta allestendo la kermesse in grande stile. Basta consultare l’elenco dei partecipanti per accorgersi che sta per andare in scena una sorta di Internazionale nera del Terzo millennio. Si comincia dal Movimento della gioventù delle 64 contee, movimento ungherese che richiama sin dal nome l’ex impero austro-ungarico e reclama l’antica estensione della Grande Ungheria: l’ideologo si chiama Laszlo Toroczkai, militante del partito antisemita Jobbik (47 seggi nel Parlamento nazionale e tre in quello di Strasburgo); xenofobo e irredentista, fa parte di una formazione paramilitare denominata «Esercito dei fuorilegge» e sostiene che «Adolf Hitler è stato un politico di calibro europeo il cui pieno apprezzamento deve ancora arrivare».

Fu proprio lui, nell’appuntamento di dodici mesi fa in terra magiara, a proporre l’idea di dar vita a un Parlamento europeo ombra da cui far partire «un moto di resistenza». In quell’occasione, venne fatto il nome di Roberto Fiore, numero uno di Forza Nuova, come presidente: «Non stiamo solo parlando — convenne il diretto interessato — stiamo assistendo a un momento in cui si crea davvero qualcosa di importante». Non mancheranno neppure i vertici di Democracia Nacional, guidata da Manuel Canduela, già leader della band nazirock Division 250 e condannato in passato come membro di un’organizzazione neonazista chiamata Radical Action. Presenti i croati del Partito puro dei diritti (Hcsp), che si oppongono in patria alla cooperazione del governo di Zagabria con il Tribunale penale dell’Aia per i crimini in ex Jugoslavia e vantano più di una manifestazione antigay. Ai dibattiti ci saranno infine i francesi di Renouveau francais (integralisti cattolici nemici giurati dei principi della Rivoluzione del 1789), gli svedesi del Nordisk Ungdom, i norvegesi di Malmannen e i fiamminghi di Voorpost, che ostentano nel simbolo una runa nazista e vorrebbero unire tutti i territori di idioma tedesco.

Spazio anche alla musica. Certa musica, ovviamente: concerti sulle note degli italiani Legittima difesa, Hobbit e Ddt, senza dimenticare i romeni Romantikus eroszak, vale a dire «Violenza romantica», i magiari di Radical Hungary e gli svedesi Wafflor Waffen. Chissà se alla fine si uniranno alla compagnia gli inglesi Brutal Attack (sul loro sito web compare una sezione dedicata alla propaganda nazista) e gli statunitensi Bull Boys, che nel giugno scorso si esibirono davanti a una platea di Hammerskin in un capannone industriale di via Toffetti, zona Rogoredo, suscitando la reazione sdegnata del sindaco Giuliano Pisapia: «Inquietante e inaccettabile». La Questura tagliò corto: non c’era bisogno di nessuna autorizzazione preventiva, è un luogo privato. Idem la Prefettura: nessun allarme per l’ordine pubblico. Tra un mese succederà ancora. Sempre a Milano. Resta solamente da scegliere l’indirizzo, ammesso che non ci sia già.

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