di Enrico Fovanna

Milano, 7 agosto 2013 - E' andato a vuoto il bando per la gestione del Cie (Centro di Immigrazione e espulsione) in via Corelli, oggi in appalto alla Croce Rossa fino al 31 ottobre, con un compenso di 60 euro al giorno per ogni ospite. La cifra da cui partire, con il criterio del massimo ribasso, è stata infatti dimezzata per i prossimi tre anni, con un tetto massimo di 30 euro. Gli ospiti oggi sono 132: il compenso passerebbe dunque da 7.920 euro al giorno a meno di 3.960.

settembre, appena arriverà il nulla osta del Ministero, la prefettura emanerà a tempo di record un altro bando, per garantire la continuità dal 1 novembre, con la presenza di sette operatori diurni e i tre notturni. Al bando si erano presentati infatti soltanto due soggetti: la Croce Rossa stessa e il consorzio «L’Oasi», di Siracusa, che già gestiva altri Cie, tra cui quelli di Modena e Bologna.

L’offerta della Croce Rossa era stata considerata irricevibile, poiché al rialzo. Diverso il caso dell’Oasi, che aveva offerto 29 euro. Ma la prefettura aveva chiesto maggiori dettagli sulle voci di bilancio e verificato che i conti non tornavano: «Alla fine, non ci siamo ritrovati», è l’ammissione. Riscontri necessari «anche alla luce di quanto stava accadendo negli altri Cie, dove la gestione dell’Oasi aveva evidenziato problemi».

Proprio le notizie provenienti da Modena e Bologna, avevano suggerito cautela. A Modena, dove l’Oasi gestiva il Cie da un anno, negli uffici del consorzio interni al Cie di via Lamarmora, alle 8 del mattino del 12 luglio si era presentata la Guardia di Finanza, sequestrando documenti e registri e contestando irregolarità.

In particolare, le Fiamme Gialle volevano capire, visti i conti i rosso, come facesse l’Oasi a gestire il centro modenese, più altri due nel sud Italia, con un appalto così basso (29 euro a ospite contro i 70 chiesti dal precedente gestore). I dipendenti, peraltro, non percepivano lo stipendio da aprile. Le condizioni del Cie erano apparse non accettabili sotto diversi parametri. Marco Bianca, responsabile del centro, aveva ammesso le difficoltà, chiarendo però che la base d’asta era sufficiente per affrontare le spese e che il buco in bilancio era dovuto al ritardo nei pagamenti da parte del Ministero e sostenendo la piena regolarità.

Anche a Bologna il prefetto Angelo Tranfaglia aveva rescisso il contratto con l’Oasi per la gestione del centro di via Mattei. Con i dipendenti senza paga, per le condizioni del centro, la prefettura aveva svuotato il Cie e smistato altrove i migranti. Secondo la garante per i detenuti dell’Emilia-Romagna, Desi Bruno, che aveva visitato la struttura in maggio, mancava l’assistenza psicologica, era rischio quella sanitaria e il cibo era insufficiente per tutti i detenuti.

Evidenti dunque le ragioni per cui, secondo la prefettura, anche a Milano l’offerta andava messa ai raggi X sotto il profilo della sostenibilità. All’Oasi è stato chiesto così quanto il consorzio pensasse di spendere per pulizie, personale, servizio mensa, lavanderia, contributi e previdenza... «voce per voce insomma. Alla fine, con le voci espresse in dettaglio, i conti non tornavano».

Un meticoloso lavoro del servizio contabile di Palazzo Diotti, che di fatto si è rivelato un’approfondita base per un controllo preventivo, senza il quale si sarebbe potuto correre il rischio di sorprese, come accaduto negli altri Cie. Al nuovo bando, naturalmente, potrà partecipare qualunque soggetto presenti un’offerta diversa e una documentazione idonea, compresi la croce Rossa e l’Oasi. Certo, i parametri e il dettaglio delle singole voci in questo caso dovranno essere diversi. Salta comunque all’occhio che l’asta al massimo ribasso nasconda delle insidie. Perché al risparmio sulla diaria corrisponde inevitabilmente un drastico taglio dei servizi.