Polemica tra Stefano Gabbana e il Comune di Milano. L'assessore Franco D'Alfonso su Il Giorno: "Niente spazi della città agli evasori celebri". La replica dello stilista: "Comune di Milano fai schifo". Il sindaco Pisapia: battuta infelice, ma inaccettabili le offese alla città. E i politici meneghini si dividono. 

Milano, 19 luglio 2013 - Non si placa la polemica tra lo stilista Stefano Gabbana e il Comune di Milano. Questa mattina nella boutique D&G di via della Spiga è comparso un cartello con la scritta "Chiusi per indignazione, close for indignation". "La chiusura dei negozi di Milano è un segnale del nostro sdegno", questo il comunicato stampa della prestigiosa griffe di moda. Gabbana poi si è anche detto disponibile a restituire l'Ambrogino d'Oro, l'importante benemerenza civica milanese.

La foto è stata postata sul Twitter ufficiale dello stilista che ha ricevuto un sacco di "pollici alti" dai suoi followers per la scelta di criticare l'amministrazione. Un cartello provocatorio sulle vetrine del quadrilatero, una nuova scintilla nella guerra tra la moda e la giunta Pisapia.

Ma non solo il negozio di via della Spiga è rimasto chiuso. Anche il Martini Bar, il barbiere e il Gold di via Risorgimento (tutte attività imprenditoriale degli stilisti) hanno tenuto le serrande chiuse e lo faranno per tre giorni. In totale sono nove esercizi commerciali che non lavoreranno fino a lunedì. 

Il Governatore Maroni: "Se D&G avrà bisogno di spazi per le sfilate, siamo disponibili a mettere a dispozione i nostri spazi. Quelli della Regione. Il nostro metodo è il dialogo".