Milano, 14 luglio 2013 - Teste di diavoli stilizzati all’ingresso della chiesetta di San Protaso al Lorenteggio. Le figure, dorate, spiccano sui tronchi degli alberi in mezzo allo spartitraffico da un paio di mesi. Opera di satanisti? Una provocazione? Un semplice scherzo? No. Una trovata artistica. «Patrocinata dal Consiglio di zona 6 — tuona il presidente di AscoLoren Gaetano Bianchi — ma il quartiere non ne sapeva nulla. E poi era il caso di collocare sagome di diavoli fuori da una chiesetta?», un luogo che oggi è usato per attività profane (concerti, esposizioni, eventi aggregativi) ma che non ha perso la sua aura sacrale, edificato intorno all’anno 1000 e pieno di affreschi tra cui quello della Madonna del divino aiuto e di Santa Caterina da Siena, di epoca medievale.

Le figure blasfeme sono su due tronchi. Una è stata applicata con una base di gesso, l’altra dipinta. E se la prima, a una bassa altezza, si sta già sfaldando, la seconda è ancora integra. Si individuano chiaramente le corna che sormontano un ovale minaccioso. «I cittadini — continua Bianchi — si sono ribellati. Tanto che per un periodo i diavoli sono stati coperti». La delibera di Zona ha appoggiato un’idea dell’associazione Art Kitchen volta ad abbellire i luoghi degradati. «In particolare il parco Teramo, dove gli artisti hanno legato dei fili colorati tra gli alberi a mo’ di ragnatele e la chiesetta di San Protaso. Noi non sapevamo cosa avrebbero realizzato i promotori e abbiamo dato loro un patrocinio non oneroso», sottolinea il presidente di Zona 6 Gabriele Rabaiotti (Pd).

«Quella dei diavoli mi è poi sembrata una scelta non particolarmente brillante ma neppure drammatica. Quella chiesa non ha più un utilizzo di tipo religioso e non ha al suo interno neppure il Santissimo (l’ostia consacrata, ndr)», precisa. Ma a maggio, mese mariano per eccellenza, i residenti avevano comunque organizzato un rosario, dal sapore riparatorio, davanti alla vecchia chiesetta. «Ma il semplice patricinio non dà alcuna autorizzazione, men che meno quella a imbrattare alberi», afferma il leghista Giuseppe Goldoni. E poi «perché questo dovrebbe essere ritenuto un luogo degradato?», domanda Paola Barsocchi, custode (volontaria) dell’oratorio di San Protaso. E’ lei a occuparsi della cura del gioiellino di quartiere «ma tanti danno il loro contributo donando fiori o altro», aggiunge.

«Siamo rimasti tutti male, nessuno ci aveva avvisati. I ragazzi artisti ci hanno spiegato la filosofia che sta dietro a queste opere: non tutto ciò che sembra brutto in realtà lo è. E ciò che l’uomo compie nei confronti della natura è spesso mostruoso; da qui i diavoli sugli alberi. Hanno detto che persino sulla facciata del Duomo ci sono accostamenti tra sacro e profano. Sarà. Ma anche se le teste sataniche non sono state realizzate dai soliti vandali non deve passare il messaggio che questo sia un luogo abbandonato e da profanare. Già ne abbiamo viste di tutti i colori», aggiunge Paola. Le tag e i pasticci deturpano le pareti esterne della chiesetta. Spray neri su sfondo grigio. E qualche tempo fa «ci siamo spaventati perché su uno dei muri è comparsa una mano verde, gigantesca, con la scritta ’Gli zombie non potranno prendere il mio cuore’, firmata Hogre. Per fortuna si trattava di uno strato di carta appiccicato sul muro. A furia di strofinare con spugne imbevute d’acqua è andata via». Anche i diavoletti dovrebbero sparire: «Sono stati utilizzati materiali naturali, non dannosi per gli alberi», conclude Rabaiotti.

di Marianna Vazzana