MIlano, 12 luglio 2013 - Tutto da rifare. Il concorso per scegliere 355 nuovi presidi per le scuole lombarde deve ripartire daccapo. Lo ha deciso il Consiglio di Stato con la sentenza depositata ieri sera che ha rigettato il ricorso del Ministero dell’Istruzione contro l’annullamento deciso dal Tar lombardo lo scorso anno. Al centro della contesa, che aveva portato alla protesta e al ricorso, poi vinto, dai candidati esclusi dopo gli scritti, c’erano le buste utilizzate per inserire i nominativi che la commissione d’esame non avrebbe dovuto vedere. Ma la carta usata per i plichi, ha stabilito il Tar attraverso una perizia, era di spessore insufficiente a coprire le generalità dei candidati.

«Una volta dimostrato, come così è avvenuto, che le buste permettono di poter conoscere i dati identificativi, non assume rilevanza la circostanza che in sede di prova d’esame nessuno abbia specificamente contestato la consistenza della buste». E ora che accade? Il Ministero dell’Istruzione dovrà fare ricorreggere le prove scritte dei candidati, assicurandone l’anonimato, «procedendo alla sostituzione delle buste», oggetto di contestazione. Ora, in attesa che il concorso venga portato a termine, circa 400 scuole della regione da settembre non avranno ancora un dirigente a tempo pieno. Nel frattempo, intanto, viale di Trastevere dovrà pagare il perito che ha esaminato le buste, per un conto da 8mila euro. Niente da fare neppure per i 404 aspiranti presidi che si erano associati all’avvocatura di Stato per salvare il posto da dirigente.