di Luca Zorloni

Milano, 8 luglio 2013 - I caschetti gialli tornano in piazza Affari, il mondo dell'edilizia lombardo si solleva contro quelle che definisce le "vessazioni" della burocrazia. A cinque mesi dalla prima manifestazione del 13 febbraio, la cosiddetta "giornata della collera", costruttori e imprenditori edili alzano di nuovo la voce, stavolta chiedendo al governo Letta di sforbiciare 100 tra norme e regolamenti. Le "vessazioni" che hanno dato nome alla protesta. Trentuno associazioni di categoria da tutta la Lombardia (60 se si considerano le sigle provinciali) hanno serrato le file e firmato il documento di protesta che Claudio De Albertis, presidente di Assimprendil Ance, definisce "cahiers de doléances". Parole da rivoluzione francese.

"Dal 13 febbraio a oggi la crisi non si è fermata - spiega De Albertis -. Le imprese continuano a fallire. I nuovi dati dicono che i posti di lavoro persi nelle costruzioni dall'inizio della crisi a oggi sono arrivati a 446mila. In un anno i liberi professionisti sono diminuito del 23%". Il numero uno di Ance rincara la dose: "Le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate sono passate dai 40 milioni del 2008 ai 140 milioni del 2012 (+245%) e nei primo quattro mesi di quest'anno si è registrata un'ulteriore crescita del 26% rispetto al primo quadrimestre dell'anno precedente".

Cosa chiedono le imprese per arginare la crisi? Sul fronte dell'edilizia privata spingono perché si valorizzino le imprese che operano nel settore della legalità, si stabiliscano tempi massimi per il rilascio di atti e certificati e di unificare a livello regionale modulistica e regolamenti. Sul versante pubblico invece, i manifestanti puntano il sito contro la piaga dei pagamenti ritardato da parte delle pubbliche amministrazioni, chiedendo il rispetto delle direttive europee. Chiedono di abolire l'Imu sull'invenduto: "È una tassa espropriativa, da rimborsare da sempre perché incostituzionale".

Infine propongono di "istituire un fondo di garanzia dello Stato che garantisca, almeno, i rischi dei mutui per l'acquisto di abitazioni erogati dalle banche alle famiglie appartenenti a categorie disagiate". Il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi ha aperto i lavori della platea: "Siamo in recessione da nove trimestri, non riusciamo a vedere la luce in fondo al tunnel nonostante le dichiarazioni ottimistiche del ministro Saccomanni. Io l'ho definito un lumicino, peraltro non determinato da noi ma dalla situazione economica internazionale". Aggiunge Squinzi: "Noi non abbiamo mai avuto una bolla immobiliare come gli Usa e la Spagna, dove il settore rappresentava il 27% del Pil, mentre noi siamo all'11-13%". "Abbiamo il dovere di protestare", dice Squinzi. Fuori da piazza Affari una spirale di caschetti gialli, quelli da cantiere, avvolge il dito medio di Cattelan. "È il simbolo del vortice in cui lavoriamo".

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