Milano, 3 luglio 2013 - Tagliare le Province, per garantire al sistema-Paese maggiore efficienza e minori costi della pubblica amministrazione. È la proposta di Carlo Sangalli, presidente Camera di commercio di Milano, che aderisce così alla campagna del «Giorno». La stessa che ha registrato l’appoggio di Giorgio Squinzi, leader di Confindustria, e del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli.

«Ridurre la spesa pubblica è tanto importante e urgente quanto complesso - osserva Sangalli - E ha fatto bene il ministro Saccomanni a ricordare che nessuno ha la bacchetta magica. Non è un caso, infatti, se numerosi governi si sono più o meno impegnati con la spending review senza ottenere risultati particolarmente efficaci». Ma il momento, reso gravissimo dalla recessione e dal mancato arrivo della ripresa, impone un cambio di marcia.

«La grande crisi - sottolinea Sangalli - morde ancora e impone tempi stretti e provvedimenti incisivi. In questo contesto, la riforma delle Province può essere finalmente affrontata, senza demagogia, puntando a ottenere minori costi e maggior efficienza». Facendo attenzione, però, ai passi falsi. «Il nodo è appunto questo. Abolire le Province senza snellire e migliorare la pubblica amministrazione è un palliativo che non possiamo permetterci. Bene dunque la realizzazione delle città metropolitane attraverso un percorso condiviso tra le istituzioni del territorio. Nel caso di Milano bisogna fare molta attenzione a puntare su una grande città globale sempre più attrattiva e senza ulteriori barriere per chi ci viene a lavorare, i city users, che poi sono anche city consumers, più numerosi dei residenti. Ad esempio un imprenditore su sei, che ha la sede in città, non abita dentro il comune di Milano».


Dunque tagliare non per una questione pregiudiziale ma per migliorare la cosa pubblica. «In generale parlare di area metropolitana significa migliorare i servizi per cittadini e imprese, e rafforzare le infrastrutture materiali e immateriali a cominciare dalla banda larga. Senza la diffusione a livello europeo di questi strumenti innovativi non ha senso parlare di rilancio dell’economia e di maggior efficienza della pubblica amministrazione». 

di Sandro Neri