Milano, 8 giugno 2013 - La proposta  l’ha lanciata con un tweet: «Se istituissero il commissario per la gestione degli immobili abbandonati o sfitti, potremmo realizzare un bel patrimonio abitativo in affitto». Il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris entra con Il Giorno nei dettagli della sua proposta rivolta al Governo. «A Milano ci sono più di 200 immobili privati non utilizzati. Il problema è questo: trovare degli strumenti che consentano agli enti locali di riutilizzare in modo rapido e utile il patrimonio immobiliare abbandonato o sfitto. Nei casi in cui le proprietà immobiliari si attivano dopo un sollecito, tutto bene. I casi critici sono quelli in cui le proprietà non si attivano perché non hanno interesse a farlo visto che hanno tanti beni o non hanno le risorse per farlo o nei casi di fallimento. C’è bisogno di uno strumento che consenta agli enti locali di intervenire».

Parla di espropri?
«No, non è necessario per forza espropriare. Ma bisognerebbe mettere le amministrazioni locali nelle condizioni di riutilizzare questi beni e per un certo periodo quindi toglierli dalla disponibilità della proprietà. Ripeto: solo nei casi estremi. Naturalmente le proprietà vanno salvaguardate. Si potrebbe pensare anche ad alcune misure di incentivo fiscale per quelli che recuperano gli immobili per fini sociali o per fare abitazioni in affitto moderato. Abbiamo già previsto premi volumetrici per chi riutilizza i beni e approvato una delibera per facilitare le demolizioni. Ma non sono misure sufficienti. Il Comune chiede di poter superare queste situazioni di abbandono».

Con un commissario ad hoc?
«Un commissario, oppure un’agenzia o un’autorità. Va pensata una norma che dia questo potere agli enti locali».

Servono poteri straordinari?
«No, vogliamo che agli enti locali venga riconosciuta normativamente la possibilità di prendere in uso quegli immobili per un determinato numero di anni, di riqualificarli con le procedure dell’evidenza pubblica e di rimetterli sul mercato».

Riqualificare per fare cosa?
«Affitto o altre esigenze sociali. Potremmo aumentare, e di molto, il numero di abitazioni sociali e anche fare dell’affitto moderato».

Dopo quanti anni di abbandono dovrebbe scattare la procedura?
«Sono più che sufficienti cinque anni di abbandono. Ma non è necessario perdere la proprietà dell’immobile. L’utilizzo da parte del Comune sarebbe temporaneo, finché non si ammortizza l’intervento: l’amministrazione comunale riqualifica l’immobile, lo destina ad affitto moderato e dopo 20 anni quell’immobile torna al proprietario. È una procedura molto delicata. Ma oggi le moderne città europee hanno bisogno di avere uno strumento di questo tipo. C’è bisogno del Governo, perché si va a incidere sulla proprietà privata».

Un’obiezione: ci sono anche molti spazi comunali vuoti.
«È vero. Non a caso abbiamo fatto un censimento e nell’ultimo anno abbiamo aumentato i bandi per le assegnazioni. Forse bisogna lavorare anche dal punto di vista governativo per facilitare alcune procedure di assegnazione».

di Massimliano Mingoia

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