Milano, 7 giugno 2013 -  Abbronzata e giacca nera, Nicole Minetti è arrivata in tribunale a Milano per l’udienza del processo sul caso Ruby, nel quale è imputata assieme a Emilio Fede e Lele Mora. Prima di entrare in aula, rispondendo ai cronisti, l’ex igienista dentale ha detto: ‘’Sto una favola, sto benissimo, la politica non mi manca’’. Per lei e per gli altri due imputati i pm nella scorsa udienza hanno chiesto sette anni di carcere. 

L'ex consigliera del Pdl ha letto alcune pagine con voce ferma e senza esitazione, rimanenso seduta accanto ai suoi avvocati e al termine delle sue dichiarazioni si è allontanata dal tribunale senza rilasciare dichiarazioni. Emilio Fede, invece, non si è presentato in aula, ma ha inviato una lettera ai giudici, spiegando di rinunciare alle dichiarazioni spontanee.

Ambra Battilana e Chiara Danese, le due giovani parti civili nel processo 'Ruby 2' hanno chiesto, attraverso i loro legali, 400 mila euro di danni, 200 mila euro a testa, a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. Si tratta, come hanno spiegato i loro difensori, di danni da ''perdita di chance lavorative, disagio e patimento psico-fisico'', perche' sono state considerate ''come prostitute e poi emarginate dal mondo del lavoro''.

Dopo le dichiarazioni spontanee di Minetti e la lettera di Emili Fede  (Mora non ha ancora chiarito se fara' dichiarazioni), il processo proseguira' il 14 giugno con i legali di Berardi e Fadil. Per i tre venerdi'
successivi, fino al 5 luglio, parleranno le difese. Restano le udienze ancora fissate del 12 e 19 luglio e oggi il presidente del collegio, Annamaria Gatto, ha voluto smentire, ''rispetto alle notizie di stampa'', che la sentenza e' fissata per il 12 luglio.

 

MINETTI: "CON BERLUSCONI AMORE VERO" - "Sono arrivata a Milano nel 2006, a 21 anni, per seguire il corso di laurea in igiene dentale. Ho accompagnato i miei studi cercando di fare qualche lavoretto, la hostess a eventi e fiere. Alla fiera del ciclo e motociclo, nel 2008, ho stretto per la prima volta la mano all'allora presidente. Ottenni solo grazie alle mie doti di entrare nel corpo di ballo di 'Colorado cafe'', e qui conobbi Maristhelle Polanco che mi parlò con riconoscenza del presidente. Quando lo incontrai lo dissi a Berlusconi. Mi apparse molto lusingato e iniziò un discreto corteggiamento da parte sua anche tramite la Polanco". "Mi invito' tramite lei alle cene - ha continuato Minetti - fui da subito affascinata dalla personalita' e dal carisma che esercitava su di me. Nacque una grande amicizia che sfociò in una relazione. Tengo a precisare una volta per tutte che si trattava di un sentimentod'amore  vero e sincero". 

 

MINETTI: "MAI GESTITO CASE DI VIA OLGETTINA" - Per Nicole Minetti e' solo una ''fantasia'' la definizione che hanno dato di lei i magistrati, come della persona che si occupava della ''gestione delle case di via Olgettina''. L'ex consigliera, parlando al processo Ruby, ha spiegato infatti che, in sostanza, lei aiutava le ragazze che non potevano intestarsi i contratti.  "In via Olgettina abitavo per comodità all'università. La Polanco mi chiese se il padrone di casa aveva un posto anche per lei per avvicinarsi agli studios. Concluse autonomamente il contratto di locazione. Il resto delle ragazze arrivo' per il passa parola. Il mio coinvolgimento nella gestione di quella che, con molta fantasia, e' stata definita la casa delle Olgettine e' consistito nel fatto che ho avuto il torto di fare intestare il contratto a me perche' le altre non avevano un lavoro fisso da dare in garanzia. Mi sono presa la briga di verificare la regolarita' dei pagamenti portando le cedola al ragionier Spinelli. Le rarissime occasioni in cui mi sono offerta di portare altre cedole e' stato un puro atto di cortesia".

 

MINETTI: "TRADITA DALLA MIA AMICA MELANIA" - "Le cene di Arcore le ho descritte con toni esuberanti e scherzosi che ben si addicono a una conversazione tra vecchie amiche nella famosa telefonata con Melania Tumini, una vecchia amica che mi ha tradita e colpita alle spalle". Cosi' Nicole Minetti spiega, in un passaggio delle sue dichiarazioni spontanee al processo Ruby bis, la conversazione intercettata nella quale 'briffa' Melania Tumini, spiegandole l'atmosfera che l'avrebbe aspettata nella residenza di Silvio Berlusconi. La stessa Tumini, parlando con un'altra amica al telefono e nell'aula del processo, aveva poi raccontato di essere rimasta scioccata dalle scene hot viste a Villa San Martino. Minetti ha aggiunto che le cene di Arcore ''esistevano da molto prima di quando cominciai a partecipare''. Poi, ha ribadito più volte che lei non ha mai ''introdotto'' le ragazze ad Arcore nè gestito ''nulla''.

 

MINETTI: "MALCELATO MORALISMO" - "Sono accusata con un puro teorema basato su un malcelato moralismo. Spero che il tribunale mi faccia giustizia distinguendo tra giudizi morali e responsabilita' penali". E' questa la 'lettura' che Nicole Minetti ha dato, durante le sue dichiarazioni spontanee. E, a proposito di quest'ultima accusa, Minetti ha voluto precisare: "Ruby l'ho conosciuta ad Arcore nel febbraio 2010. Non ho mai avuto modo di dubitare che la sua età fosse quella dichiarata".

 

MINETTI: "IN QUESTURA FATTO SOLO DEL BENE" - Per quanto riguarda la notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 quando l'ex consigliera regionale prese in affidamento la giovane marocchina, questa e' la sua versione: "La notte del 27 maggio mi sono presentata in questura in base alla volonta' del presidente Berlusconi di aiutare una persona che solo in quel caso si era rivelata essere una minore. Pensavo di fare del bene. Un atto formale per consentirle di tornare a casa sua e non passare la notte in questura".

 

MINETTI: "DON VERZE' MI VOLLE IN POLITICA" - Fu don Luigi Verze', il fondatore del San Raffaele di Milano, a volere la presenza di Nicole Minetti nel Consiglio Regionale lombardo. Lo ha rivelato la stessa Minetti, che lavorava per il gruppo ospedaliero, nel corso delle dichiarazioni spontanee al processo Ruby. ''Il presidente Berlusconi mi disse - ha chiarito Minetti - che don Verze' avrebbe avuto piacere ad avere un rappresentante dell'istituto in consiglio regionale, io accettai con gioia e inconsapevolezza, ma a quel ruolo non ero pronta''.

 

MINETTI: "PM RACCONTANO STORIE INVEROSIMILI" - Nicole Minetti definisce una "storia inverosimile" la ricostruzione dei pubblici ministeri della vicenda con al centro Ruby e ritiene "degna conclusione" di questa la richiesta di condanna a 7 anni di carcere. "Spero che qualcuno un giorno - sono le parole dell'ex consigliera del Pdl - riesca a spiegarmi cosa ho fatto di cosi' straordinariamente terribile. Le parole dei miei accusatori, che ho pure avuto modo di ascoltare attentamente nella diretta on-line sono davvero sideralmente lontane da quanto e' accaduto e soprattutto dalla verita' che pure dicono di ricercare quale unico obiettivo".

 

MINETTI: "DIFFAMAZIONE, MINACCE E INSULTI" - "Questa storia ha scatenato su di me, e solo su di me, una feroce campagna di diffamazione portata avanti da giornali, tv e web senza precedenti, fondata su cattiveria e malvagita' sulla cui origine bisognerebbe indagare". Minetti ha spiegato perche' abbia deciso, a un certo punto, di non presentarsi in aula per seguire le udienze. "Ogni mia pubblica apparizione, la partecipazione alla sedute del Consiglio regionale, o piu' semplicemente la mia presenza alle udienze a questo processo e' stata occasione scatenante di qualsiasi nefandezza contro di me, tanto che ho deciso con i miei avvocati che non era piu' il caso di continuare a frequentare il processo se non per lo stretto necessario, come appunto lo e' questa occasione, cio' nonostante, va detto, le attenzione serbatemi da questo tribunale, che ringrazio". L'ex consigliera del Pdl ha poi denunciato di continuare a ricevere "insulti, minacce e aggressioni di ogni tipo e gravita' sia contro di me e contro la mia famiglia, fatti che mi hanno costretta in numerosi casi, a presentare denunce e querele, che comunque non mi hanno protetto e non mi proteggono dalle paure che mi porto dietro e con le quali sono costretta a convivere".

 

FEDE: "BASTA MORTIFICAZIONI" - L'ex direttore del Tg4 ha inviato un documento ai giudici e ai pm nel quale spiega che rinuncia alle dichiarazioni spontanee. Nelle lettera scrive: ''Mi limito a ricordare che di fronte a voi ci sono, con tutti i loro diritti e doveri, esseri umani e che come tali non dovrebbero essere sottoposti a mortificazione al di la' di quelle che sono ancora reati presunti''. Fede fa riferimento poi alle parole usate dai pm nella requisitoria: '''Assaggiatori', 'scene orgiastiche', 'situazioni bacchiche', offrono una triste e aberrante descrizione della realta', offendono l'imputato che ha sempre e comunque il diritto costituzionale, articolo 27, alla presunzione di innocenza''. Inoltre, l'ex direttore spiega che la richiesta dei pm anche all'interdizione perpetua da incarichi riguardanti i minori ''si commenta da sola''.

 

FEDE: "AD ARCORE NE' SESSO NE' BALLETTI OSCENI" - Fede chiarisce che nelle serate di Arcore non ci furono ''ne' nudita', ne' balletti osceni, ne' minorenni come vittime sacrificali, ne' tantomeno rapporti sessuali alla presenza di chiunque''. Nega di avere mai invitato Ruby ad Arcore e di essersi ''minimamente interessato alla sua età'''. Dunque, scrive ancora, ''non ne ho mai riferito ad alcuno (il riferimento e' all'eta' della ragazza)''. E poi ai giudici: ''grazie comunque per quello che questa corte fara' nel rispetto della verita' e quindi della giustizia''.