Milano, 4 giugno 2013 - Può sembrare una provocazione parlare di «santificazione delle feste» in una città come Milano, «che fa del lavoro un elemento fondante», e che pure si appresta ad ospitare Expo 2015, come ha fatto notare l’ad Sala, con una necessaria «buona dose di flessibilità». Ed in effetti lo è. Ma può essere utile per porsi delle domande.

L’occasione è data dalla kermesse «Dieci piazze per dieci comandamenti», organizzata da Rinnovamento nello spirito santo e patrocinata da Expo 2015, che ha assegnato a Milano il terzo comandamento. Una città dove con il decreto sulla liberalizzazione degli orari dei centri commerciali i dipendenti della grande distribuzione hanno dovuto «scioperare» per vedersi riconoscere il diritto di partecipare alla festa del 25 aprile. Così sabato, in piazza Duomo, alle 20,30, alla manifestazione condotta da Massimo Giletti, oltre al cardinale Scola, ci saranno anche il sindaco Pisapia, l’ad di Expo 2015 Giuseppe Sala, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl , Pippo Franco e anche il figlio di Jannacci, Paolo. Previsto anche un video messaggio di Papa Francesco.

Il tema milanese, quello della festa e quindi del riposo, è «uno dei tre aspetti principali della vita quotidiana di ciascuno di noi - ha fatto notare l’arcivescovo Scola - insieme con gli affetti e il lavoro e serve proprio a riequilibrare il nesso tra questi ultimi due. Vuole essere quindi una provocazione a ritrovare il senso compiuto del vivere». Liberare la domenica per viverla in famiglia, avverte il cardinale. E la «politica non trascuri queste istanze». Quanto ad Expo, Giuseppe Sala parlando dei riflessi dell’evento sull’occupazione ha puntualizzato che «si tratterà in molti casi di lavoro temporaneo» e ha auspicato che con la collaborazione di sindacati e del Governo si possa fare di Expo 2015 «un test» per mettere a punto normative su lavoro flessibile e volontariato.

«Un evento che deve vivere di flessibilità ma che però non deve fare a pugni con i diritti delle persone». Facile a dirsi. Ma è la sfida dei tempi moderni, per questo affascinante. Quel che è certo è che servirà una buona organizzazione della città negli orari e nei servizi, in tutti i sei mesi di Expo. Arriveranno visitatori con orari e abitudini diversissime. «Dieci piazze per dieci comandamenti» proseguirà in giugno nelle principali piazze italiane: Bari (Non commettere atti impuri), Genova (Non rubare), Cagliari (Non desiderare la roba d’altri) Firenze, Palermo, Bologna e infine in settembre a Torino.

di Stefania Consenti