Milano, 23 maggio 2013 - La stagione 2013-2014 del teatro alla Scala di Milano si adegua ai tempi di 'magra' e "anticipa i problemi davanti alla crisi e alla caduta dei finanziamenti pubblici": il numero delle opere scende da 13 a 10. E lo stesso avviene per il balletto: in programma ci sono 6 titoli e non piu' 13. Meno opere per preservare una qualita' indiscussa. L'inaugurazione, il 7 dicembre, e' affidata a La Traviata di Giuseppe Verdi con Daniele Gatti sul podio, per la regia di Dmitri Tcherniakov. 

Il cartellone, presentato nel teatro scaligero, dal sovrintendente Stephane Lissner, dal direttore musicale Daniel Barenboim, e dal sindaco di Milano e presidente del teatro Giuliano Pisapia, si caratterizza per un'impronta "italiana" e per essere "di sintesi", come lo ha definito Lissner. "Questa stagione e' il risultato del lavoro fatto in questi anni - ha spiegato il sovrintendente - con Barenboim, Boulez, Chailly, Esa Pekka Salonen, Harding, Gatti, Rusconi. Quasi tutti sono gia' venuti due o tre volte. In questo senso e' una stagione di sintesi: ci saranno i piu' grandi, direttori, registi, cantanti che abbiamo avuto in questi anni".

E che sia una "stagione che vuole rappresentare l'italianità" come ha sottolineato Pisapia, lo si evince dando uno sguardo ai titoli in cartellone: di Verdi ci sono anche Il trovatore e Simon Boccanegra, poi Le Comte Ory di Rossini, Cavalleria Rusticana di Mascagni, Lucia di Lammermoor di Donizetti. In programma anche Così fan tutte di Mozart, Elektra di Strauss, Les Troyens di Berlioz, La sposa dello zar di Rimskij-Korsakov. 

La stagione del balletto si aprira' il 17 dicembre con una 'Serata Ratmansky' in cui si esibira' tra gli altri l'etoile Roberto Bolle. E poi titoli di grande attrattiva come Il lago dei cigni, Romeo e Giulietta e il Don Chisciotte. Sempre di altissimo livello la stagione sinfonica che vede, tra gli altri, Antonio Pappano dirigere la Filarmonica per tre date in aprile, e Maurizio Pollini, esibirsi in un 'ciclo straordinario' dal titolo 'le sonate di Beethoven e la musica del nostro tempo'. Per Daniel Barenboim, l'impegno sara' su piu' fronti come sempre: dirigerà tre opere e sara' protagonista anche nella sinfonica. "Tra novembre e dicembre - annuncia il maestro - faro' un 'ciclo Schubert'. In 4 concerti proporro' tutte le sonate compiute di Franz Schubert".

 

PISAPIA: "UN'ECCELLENZA" ll sindaco di Milano Giuliano Pisapia: "La nuova stagione è di grande prestigio è una stagione emozionante e conferma l'eccellenza del tempio della lirica. La Scala è un vanto per Milano e per l'Italia con la sua capacità di attrattività e forte richiamo internazionale. Le maggiori città musicali del mondo da Monaco a Salisburgo, da Londra a Parigi, quando vogliono offrire rappresentazioni di qualità, lavorano con Milano e con la Scala, ospitandone le produzioni, scambiando artisti e idee, co-producendo spettacoli. Ma il valore della Scala è dimostrato anche dai numeri che emergono dallo studio del centro Ask della Bocconi. Il Teatro ha una fortissima competitività internazionale effettiva, con ricadute estremamente positive. Lo studio dimostra che ogni euro investito nella Scala produce 2,7 euro di indotto per il territorio".

"La Scala - ha concluso Pisapia - è un patrimonio di tutti e sarà preziosissima anche in vista di Expo 2015. E' per questo che un'Italia saggia è un'Italia che dà valore alla Scala. Sostenere il Teatro significa infatti sostenere il Paese, Milano continua a sostenere la Scala, perché siamo convinti della sua importanza e del suo prestigio nel mondo".

 

LISSNER: "IO SO FARE TEATRO PUBBLICO" - "Io so fare solo un tipo di teatro: il teatro pubblico". Lo ha detto il sovrintendente alla Scala Stephane Lissner, in una difesa del ruolo di "teatro pubblico" del Piermarini che ha raccolto un lungo applauso alla presentazione della nuova stagione della Scala. Illustrando i dati di bilancio del teatro, "di fronte all'impasse economico ci sono due strade: smantellare il teatro pubblico - ha detto Lissner - o resistere mantenendo la qualità. In questi anni mi sono stai dati molti suggerimenti e mirabolanti ricette: chiudere i laboratori all'Ansaldo, tagliare l'accademia, diminuire le prove, aumentare il costo dei biglietti: ma il teatro pubblico è questo?"

Lissner attacca: "Non si puo' fare teatro pubblico senza cercare artisti che difendono il pensiero e non l'immagine, che non ricercano il consenso a tutti i costi, che invitano a riflettere e pongono domande, e le domande disturbano, soprattutto nei momenti di crisi in cui la semplificazione e il manicheismo hanno terreno fertile. L'Opera non si puo' chiamare fuori dal mondo, difendere l'idea di un teatro etico, come quello di Grassi, un teatro scomodo, e criticato allora, prima di diventare classico". Cosi' "io so fare solo un tipo di teatro: il teatro pubblico".