Milano, 23 maggio 2013  Caso Sea Handling, il Comune vince il match davanti al Tar. I giudici amministrativi ieri hanno sospeso la riscossione della multa di 360 milioni di euro comminata dalla Commissione europea a Sea handling per presunte violazioni alle norme sulla concorrenza. La sospensiva del Tar rappresenta un segnale di speranza per i 2.300 lavoratori, a rischio licenziamento, della società che si occupa dei servizi di terra a Linate e Malpensa, gli aeroporti gestiti dalla Sea, che a sua volta controlla Sea handling. Una volta appresa la decisione del Tribunale amministrativo regionale, il sindaco Giuliano Pisapia commenta: «È una vittoria del Comune, della tenacia con cui questa amministrazione sta perseguendo l’obiettivo di tutelare l’occupazione e i servizi aeroportuali milanesi. Il fatto che il Tar abbia accolto l’istanza rappresenta un chiaro riconoscimento della fondatezza delle nostre ragioni».

Ma ripartiamo da capo per inquadrare meglio la vicenda. Nel mirino della Commissione europea erano finiti i 360 milioni di euro che la Sea aveva trasferito a Sea Handling dal 2002 al 2010. Secondo l’organismo dell’Unione europea si tratterebbe di «aiuti di Stato e in quanto tali illegittimi». Un’accusa gravissima, che rischia di portare al fallimento Sea handling. Da qui i ricorsi dello Stato italiano, del Comune e della Sea. L’ultima mossa di Palazzo Marino per contrastare la multa della Commissione europea è stata il ricorso al Tar. Un ricorso subito sostenuto da Cgil, Filt-Cgil, Cisl, Fit-Cisl, Ur Uil e Uiltrasporti.

Il Comune, principale azionista in Sea con il 54,8 per cento delle azioni, in pratica ha impugnato le lettere con le quale il Governo informava Palazzo Marino della necessità di dare esecuzione alla sanzione da 360 milioni di euro. Attenzione, però, nessuno scontro tra Comune e Governo: per Palazzo Chigi l’invio di quelle lettere è infatti un atto obbligato perché imposto dall’Unione europea, pena l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. E siamo all’ordinanza di sospensiva da parte del Tar. I giudici amministrati ritengono il ricorso del Comune «non sfornito di fumus boni juris» e che «dall’immediata rifusione della somma (...) deriverebbero pregiudizi molto gravi e irreparabili» in capo al Comune. Non solo. Il recupero dei 360 milioni di euro in tempi brevi «determinerebbe un’insolvenza» di Sea Handling che «andrebbe quasi certamente incontro a procedura fallimentare con prevedibili pesanti ripercussioni nefaste per i 2.300 lavoratori».

La sospensiva del Tar, si legge sempre nell’ordinanza, sarà valida fino alla decisione di merito pendente davanti al Tribunale dell’Unione europea, attesa entro giugno. Una boccata d’ossigeno per azionisti e lavoratori. Non a caso Pisapia sottolinea: «Il pronunciamento del Tar ci offre un po’ più di tempo per studiare le migliori soluzioni possibili con l’obiettivo di tutelare i posti di lavoro e la continuità dei servizi». Soddisfatti anche i sindacati, almeno per ora. Stefano Malorgio e Rocco Ungaro della Filt Cgil parlano di «primo passo necessario per invertire la rotta», Giovanni Abimelech della Fit Cisl si dice cautamente fiducioso sull’evoluzione del caso Sea Handling.

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