Milano, 14 maggio 2013 - Attacca pesantemente, Matteo Salvini, dopo la morte del ventunenne aggredito a picconate: «Una preghiera — scrive su Facebook — un pensiero alla famiglia e tanta rabbia. Che accoglienti, tolleranti e buonisti si vergognino. E che si vergognino anche quei giudici che perdono tempo e denaro pubblico e lasciano liberi clandestini e assassini». Il segretario nazionale della Lega Lombarda procede sulla linea oltranzista, anche se il leader del Carroccio Roberto Maroni ieri aveva smorzato, invece, i toni dopo i ripetuti attacchi al ministro all’Integrazione da parte di molti Padani.

«Le affermazioni del ministro Kyenge non è che favoriscono atti di follia omicida come quello di Milano - ha dichiarato Maroni a Canale 5 - ma quando si dice ius soli le organizzazioni internazionali recepiscono queste cose e riparte l’immigrazione selvaggia, si stanno vedendo i primi segnali: sono arrivati centinaia di clandestini a Lampedusa. Sono affermazioni pericolose da questo punto di vista. La legge non è da rivedere, bisogna semplicemente metterla in atto, le norme ci sono e bisogna mettere in atto tutte le operazioni per arrivare alle espulsioni dei clandestini». E sulle espulsioni Salvini non transige. Dopo aver finito in via Bellerio la riunione sulle espulsioni dal movimento dichiara: «Da domani e per i prossimi dieci giorni mandiamo in onda 850 spot sulle tv private lombarde con lo slogan “Clandestino è reato“ e l’invito a firmare, il 18 e 19 maggio, nei nostri gazebo per dire no alla clandestinità».

Unanime il coro dei barbari sognanti sul tema. Interviene anche l’assessore provinciale alla Sicurezza Stefano Bolognini: «Non voglio strumentalizzare il gesto di un ghanese folle che ha ucciso senza motivo a picconate due persone, ferendone almeno altre 3. Però non riconoscere che essere clandestino è un reato grave è un buonismo inutile, stupido e pericoloso! Un clandestino non può avere un lavoro regolare né una casa regolare! Per vivere è costretto a delinquere! Quando va bene è impiegato nel lavoro nero o vive di espedienti, quando va peggio finisce nelle mani della criminalità organizzata, spaccia, ruba, sfrutta la prostituzione, gestisce il traffico di persone o documenti falsi».


Igor Iezzi consigliere comunale e segretario provinciale se la prende anche col sindaco: «Pisapia la smetta di polemizzare e si impegni perché certe tragedie non succedano più. Lui amministra una città dove un criminale con un piccone in mano può girare liberamente per oltre un’ora. Forse, se avessimo avuto ancora i militari in strada, questo episodio non ci sarebbe stato. I militari li ha mandati via lui, lasciando le periferie, e non solo, senza nessun presidio. Invece di polemizzare si metta al lavoro per evitare ulteriori tragedie.

di Rossella Minotti