Milano, 11 maggio 2011 - Terrore all'alba a Milano, dove un immigrato africano ha ucciso un passante (Alessandro Calorè, 40 anni) a colpi di piccone ferendone altri quattro prima di essere bloccato dai carabinieri. Dei feriti due sono gravissimi: Ermanno Masini, pensionato di 64 anni, è entrato in coma, mentre Daniele Carella di 21 resta in pericolo di vita all'ospedale Niguarda. In base alle prime informazioni le aggressioni sarebbero casuali, senza alcuna vera motivazione apparente, secondo i carabinieri, anche se agli aggrediti sono stati portati via cellulari e portafogli.

L'aggressore è Mada Adam  Kabobo, un giovane ghanese di 21 anni irregolare e con precedenti. Non è chiaro se nei suoi confronti fosse stata disposta l'espulsione, comunque non ha mai lasciato l'Italia. Al momento dell'arresto era senza documenti e i carabinieri lo hanno identificato attraverso le impronte digitali. Era stato foto-segnalato nel 2011, in Puglia. L’uomo, respinto come richiedente asilo, era però  di fatto inespellibile perché a livello giudiziario pende ancora un ricorso da lui presentato nei confronti di questa decisione. 

A una prima impressione, non sembrerebbe aver agito sotto l'effetto di alcol o droghe. L'omicida è stato condotto nel carcere di San Vittore. Abiti molto dimessi e sguardo nel vuoto, agli inquirenti che gli chiedevano della motivazione delle violenze, si è limitato a rispondere “no mangiare, no dormire”. Non è chiaro da dove provenisse, secondo le prime ricostruzioni non abiterebbe nella zona Niguarda, dove sono avvenute le aggressioni. Ora dovrà rispondere di omicidio e duplice tentato omicidio. Ma a San Vittore fa scena muta: l'uomo continua a non parlare "chiuso a riccio" e con sguardo completamente assente. Da questa mattina avrebbe detto solo di aver fame e di non avere una casa. Ad assisterlo l'avvocato Matteo Parravicini, assegnatoli d'ufficio.

Nel pomeriggio i carabinieri hanno riferito che una sesta persona è scampata all'aggressione. L'uomo, un imbianchino di 56 anni, si è accorto dell'arrivo dell'aggressore ed è riuscito a rifugiarsi nel portone di casa, in via Monte Grivola, evitando così di essere colpito.

 

DAL GHANA IN ITALIA - La storia migratoria di Mada ‘Adam’ Kabobo, ghanese di 21 anni, comincia in Italia nel 2011 quando l’uomo viene identificato più volte in Puglia, dove presumibilmente è sbarcato. E' arrivato in Italia nel luglio 2011. Kabobo, come molti altri centroafricani, fa richiesta di asilo politico e ottiene, nel 2012, per questo motivo un permesso di soggiorno temporaneo, previsto dalla legge proprio per coloro che sono in attesa di deliberazioni in merito al proprio status di immigrato o di rifugiato o di asilante. La commissione regionale incaricata di valutare la sua posizione, però, respinge la sua domanda e da quel momento scade anche il suo permesso di soggiorno.

Kabobo, però, come molti altri immigrati che ricevono il diniego di asilante, fa ricorso contro la decisione in tribunale e di conseguenza, per ‘motivi di giustizia’, pur non essendo in regola sul territorio italiano è, di fatto, ‘’inespellibile’’ perche’ non può essere allontanato prima della definizione giuridica della sua vicenda. In seguito alla richiesta di asilo politico, Kabobo è stato trasferito al Cara (Centri Accoglienza Richiedenti Asilo) di Bari. Ad agosto, infatti, nel Cara scoppia una rivolta e Kabobo, insieme ad altri 200 immigrati, viene arrestato per furto aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio.

Da qui in avanti il percorso criminale e giudiziario di Kabobo si fa confuso e gli inquirenti, infatti, sono al lavoro per chiarire alcuni passaggi. Una volta scarcerato per la rivolta del Cara, Kabobo si sarebbe trasferito a Foggia dove viene costretto ad obbligo di dimora per una rapina. Kabobo disattende la misura restrittiva e per questo viene nuovamente arrestato e trasferito nel carcere di Lecce. Qui a gennaio 2012 si fa nuovamente notare rompendo un televisore, ma il 17 febbraio viene scarcerato.

Poi più nulla fino al 15 aprile di quest'anno quando viene fermato in Viale Monza a Milano. Pur essendo privo di documenti, le forze forze dell'ordine in quella occasione lo schedarono prendendogli le impronte digitali grazie alle quali è stato possibile identificarlo rapidamente oggi. Il ghanese, però, non risulta avere una dimora fissa e non è uno degli immigrati censiti e aiutati dal Comune di Milano, anche se non si esclude che possa essersi avvalso dei servizi umanitari di altre organizzazioni o associazioni che danno sostegno agli extracomunitari o ai senzatetto.

 

TERRORE ALL'ALBA - Tutto è accaduto dalle 5 del mattino nella zona di Niguarda,  quando Mada Adam Kabobo, ha cominciato a colpire i passanti, per fortuna pochi visto l'orario, trovati in strada a quell'ora ferendone cinque in piazza Belloveso, in via Adriatico e in via Monterotondo. Alle 6.25 ha aggredito tra i tavolini del bar della piazza mentre la gente si rifugiava nel locale senza poter fare nulla, un uomo di 40 anni, Alessandro Carolè, disoccupato, subito ricoverato in codice rosso alla Clinica Città Studi per una profonda ferita alla testa. Carolè, che abitava con l'anziana madre, non ce l'ha fatta ed è deceduto poco dopo l'arrivo in ospedale malgrado gli sforzi disperati dei medici per salvarlo. Gli altri due feriti gravi, entrambi italiani, un 64enne (raggiunto in via Adriatico), Ermanno Masini, pensionato modenese, e un ragazzo ventunenne, Daniele Carella, impegnato nella consegna dei giornali alle edicole, sono stati ricoverati in gravi condizioni rispettivamente al Niguarda e al Policlinico. Sono stati colpiti rispettivamente alle 6.22 e alle 6.30. Il 21enne è colpito in diverse parti del corpo ed è stato sottoposto a due operazioni all'ospedale Niguarda, la seconda delle quali alle 15.20. Si è trattato di un intervento neurochirurgico. La prognosi rimane tuttora riservata.

L'africano aveva ferito in maniera non grave altre due persone che sarebbero andate in ospedale a farsi medicare senza avvertire il 118. La furia si scatena alle 5, quando ferisce al braccio in via Terruggia Andrea Canfora, 24enne che stava rincasando dal turno al supermercato. Poi, alle 5.15, ferisce alla testa Francesco Niro, operaio 50enne in via Passerini. Per tre quarti d'ora Kabobo vaga per il quartiere dove ha seminato il panico. Alle 6 incrocia sulla sua strada, di nuovo in via Monte Grivola, Antonio Arisco, 56enne imbianchino, che però si accorge dell'arrivo del ghanese si rifugia nel portone di casa. Pochi minuti dopo Kabobo avrebbe inferto colpi violentissimi ad altre tre persone, uccidendone uno.

Quando sono arrivati i carabinieri l'africano è stato immobilizzato. Ha tentato di aggredire anche i militari brandendo il piccone ma loro sono riusciti a neutralizzarlo in pochi minuti. Ora si cerca di capire che cosa abbia scatenato il suo raptus omicida. Secondo quanto riferito, le aggressioni sono avventute 'alle spalle' delle vittime e tutte tra le 5.45 e le 6.30 di questa mattina. L'allarme è arrivato alle forze dell'ordine alle 6.28 con una telefonata che segnalava l'uomo in piazza Belloveso. Alle 6.37 l'arresto. All'arrivo dei carabinieri il ghanese ha tentato di disfarsi del piccone, al quale durante l'ultima aggressione si era anche spezzato il manico.

 

FEROCE E RAPIDO: ECCO COME HA AGITO L'ASSASSINO - Gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze drammatiche sull'inaudita violenza con la quale il ghanese ha agito. Kabobo ha agito in modo seriale, ferendo gravemente i passanti in tre strade limitrofe in appena 10 minuti. Su almeno due delle tre ha agito colpendo con ferocia, anche dopo che le sue vittime erano riverse a terra. In particolare, nel caso dell'uomo ferito in piazza Belloveso (poi deceduto in ospedale) ha infierito con quattro colpi alla testa, che hanno causato la rottura della teca cranica, e un colpo all'addome. Il ferito più giovane, aggredito in via Monte Rotondo, è stato colpito tra spalle, collo e testa. Anch'egli versa in condizioni gravissime. 

 

LE REAZIONI - Sgomento anche tra le autorità poitiche e amministrative. Pisapia: "Non ci sono parole, solo dolore, davanti a un uomo che ha tolto la vita a una persona e ne ha ferite altre, anche in modo particolarmente grave, solo perché le ha incontrate sul suo cammino". Si torna a parlare del problema dei clandestini ed è subito polemica. Salvini: "I clandestini che il ministro di colore vuole regolarizzare ammazzano a picconate. Cecile Kyenge rischia di istigare alla violenza nel momento in cui dice che la clandestinità non e’ reato, istiga a delinquere”.

 

AL SETACCIO IL PARCO NORD - I carabinieri hanno passato al setaccio il Parco Nord. Ai carabinieri che l'hanno arrestato oggi ha detto di non avere alcuna casa qui a Milano. Controllando alcune baracche sorte nel Parco Nord, i militari vogliono così capire se qualcuna delle persone che vive lì gli abbia dato sostegno o lo conoscesse e quindi sia in grado di riferire se Kabobo avesse dato segni di squilibrio nell'ultimo periodo. Non risulta infatti che in passato all'uomo sia stato certificato alcun disagio mentale, né all'interno del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari, né nel carcere di Lecce dove è stato rinchiuso per un periodo.