Milano, 11 maggio 2013 - Da volto Rai ad assassino. Confermata anche in appello la condanna a 14 anni di carcere per il giornalista-conduttore tv Alessandro Cozzi, 54 anni, per molto tempo nella trasmissione «Diario di famiglia» su Rai Educational. Cozzi, che si trova in carcere, è stato condannato anche dalla Corte d’assise d’appello per l’omicidio di Ettore Vitiello, 58 anni, avvenuto nel marzo 2011. Titolare di un’agenzia di formazione e lavoro, Vitiello venne ucciso con una trentina di coltellate nel suo studio. Movente del delitto, un debito di 17.000 euro che Cozzi aveva con lui. Il giudice Elisabetta Meyer condannò un anno fa l’omicida reo confesso con rito abbreviato ad una pena - 14 anni - che l’avvocato Gaetano Pecorella, legale della famiglia Vitiello, moglie e due figli costituitisi parte civile, definì inadeguata per la crudeltà del fatto. «L’imputato - disse - aveva atteso un’ora la vittima prima di ucciderlo e non è stata contestata nessuna aggravante né la premeditazione né la particolare crudeltà né i futili motivi». Il pm Maurizio Ascione aveva chiesto 16 anni di carcere.

Omicidio generato da questioni di soldi. I due erano soci in affari e avevano ottenuto un finanziamente della Regione per 34 mila euro finita tutta nelle tasche di Cozzi. Il socio aveva preteso più volte i 17 mila euro che gli spettavano, ottenendo in cambio solo promesse. Dopo incontri, discussioni e sms minacciosi, l’appuntamento fatale un martedì sera nell’ufficio di Vitiello in via Antonelli 3. I due soci avrebbero dovuto finalmente trovare una soluzione, ma Cozzi non aveva con sé i soldi e Vitiello li pretendeva a tutti i costi. Finì che ad un certo punto il giornalista trovò a portata di mano un coltello e colpì la vittima ben trenta volte. Poi confessò.

«È stato Vitiello a prendere il coltello, ad insultarmi e ad aggredirmi... io mi sono solo difeso...», disse. Certo è però che l’ex conduttore tivù colpì ripetutamente il socio alla schiena, anche mentre quest’ultimo era già a terra quasi esanime. Nei giorni scorsi la conferma della sentenza da parte dei giudici d’appello. Il giornalista è tuttora sospettato di un altro omicidio rimasto finora irrisolto, avvenuto ben 15 anni fa. La vittima si chiamava Alfredo Cappelletti ed era socio in affari del conduttore tivù. Dopo l’arresto di Cozzi e la sua confessione per l’omicidio Vitiello, il pm Ascione riaprì il fascicolo Cappelletti senza arrivare finora, però, ad alcuna conclusione.

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