Milano, 10 maggio 2013 - L'apertura alla realizzazione a Milano di una moschea da parte del leader leghista e governatore lombardo, Roberto Maroni, non frena le polemiche al riguardo in Comune: gli esponenti 'lumbard', e non solo, si dicono infatti pronti a dare battaglia e chiedono un referendum tra i cittadini, prima di qualsiasi decisione.

Se per Maroni ''nel rispetto delle regole tutto si puo' fare'' e il sindaco Giuliano Pispaia, a fronte della stessa premessa, si dice ''pronto e aperto'', lo stesso non si puo' dire per i consiglieri comunali d'opposizione. Dai banchi della Lega, il capogruppo Alessandro Morelli precisa: ''Nessuna apertura alle moschee, Maroni ha espresso una posizione netta rispetto a un tema che e' visto come un problema da tutti''. Il consigliere chiede percio' al sindaco di ''depennare dall'elenco degli interlocutori del Comune quelle associazioni che per anni delle regole si sono fatte un baffo'' e poi annuncia ''battaglia'' affinche' siano ''i cittadini ad avere l'ultima parola''.

Ed e' questa, la consultazione dei milanesi, la posizione comune nel centrodestra. E' dello stesso parere ad esempio il collega di partito Massimiliano Bastoni che, oltre a chiedere ''garanzie'' sul tipo di attivita' che verranno eventualmente svolte all'interno del luogo di culto e sugli interlocutori, ribadisce come ''la volonta' dei cittadini milanesi ed in particolar modo di coloro che dovranno convivere con tale realta' deve essere rispettata''. Stesso approccio quello di Riccardo De Corato (Fratelli d'Italia) che pretende ''un referendum cittadino'', in caso di un'unica grande struttura, o ''referendum di zona'', nell'eventualita' di tante piccole moschee. Una richiesta, sottolinea l'ex vicesindaco, che ''facciamo assieme all'intera opposizione'', perche' ''prima di dare il via libera e' necessario ascoltare i milanesi''.