Milano, 6 maggio 2013 - Già 160 Comuni hanno sottoscritto il "Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d'azzardo", promosso da Terre di mezzo e Legautonomie, con cui gli amministratori chiedono di essere messi in condizione di agire a contrasto del fenomeno, allo scopo di limitarne le conseguenze negative sulle comunità che amministrano. Al Manifesto si associa la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare mirata alla riduzione dell'offerta e al contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura.

Attraverso la sottoscrizione del Manifesto, i Comuni chiedono che sia consentito il potere di ordinanza dei sindaci per definire l’orario di apertura delle sale gioco. Inoltre spetterebbe ai comuni e alle autonomie locali il parere preventivo e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo. Ci si impegna utilizzare tutti gli strumenti disponibili per esercitare attività di contrasto, intervenendo sugli Statuti Comunali, i Piani di Governo del Territorio, i Regolamenti (di Polizia Locale, del commercio, della pubblicità, delle sale gioco), la stesura di ordinanze e disponendo controlli di polizia locale sulle sale gioco presenti sul territorio.

Tra i 160 Comuni che hanno già sottoscritto il Manifesto figurano Milano, Piacenza, Lecco, Crema, Carbonia, Monza, Villa San Giovanni e la Provincia di Siracusa.

Terre di mezzo e Legautonomie hanno affiancato al Manifesto anche la scrittura di una proposta di legge quadro di iniziativa popolare per definire gli aspetti più problematici del gioco d'azzardo: un reale divieto di
accesso da parte dei minori, una tassazione più equa rispetto alle altre imprese, un controllo più rigoroso sia dei flussi di denaro anche dei concessionari, una moratoria per l'installazione di nuovi giochi, la limitazione dei messaggi pubblicitari (seguendo l'esempio di alcolici e tabacchi).

Si chiede ai sindaci la prerogativa e il parere vincolante sull'apertura di sale da gioco, proprio
perché è compito primo del sindaco la salvaguardia e lo sviluppo del benessere dei propri cittadini. L'obiettivo della proposta di legge è tutelare il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione e riconosciuto a livello nazionale e regionale, ma di fatto messo a rischio dal dilagare di quelle strutture promotici del gioco d'azzardo legale.

Sulla proposta di legge è già al lavoro un team di esperti tra cui un avvocato amministrativista, consulenti costituzionalisti, sindaci e assessori. Un quadro sintetico del fenomeno, corredato di dati sul gioco d'azzardo, di un focus sulle dipendenze da gioco e sui costi sociali da esso generati, è presentato dal volume "Le regole del gioco - azzardo, dipendenza e criminalità: la campagna dei sindaci per contrastarli" (Terre di mezzo Editore): un libro nato dalla campagna dei sindaci contro il gioco d’azzardo, promossa dalla Scuola delle buone pratiche (a cura di Lega delle autonomie locali e Terre di mezzo), che fotografa la situazione in Italia, racconta la battaglia delle amministrazioni comunali contro un nemico più
grande di loro, rivela le contraddizioni e le inadeguatezze delle attuali leggi in materia, e ci invita a
partecipare a questa battaglia con i mezzi della consapevolezza, della cultura, della condivisione.

I numeri del gioco d'azzardo:
Circa 80 miliardi di fatturato, 4% del PIL nazionale, la 3° industria italiana, 8 miliardi di tasse.
12% della spesa delle famiglie italiane, 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo, 4,4% del mercato mondiale, 400.000 slot-machine,
6.181 locali e agenzie autorizzate.
15 milioni di giocatori abituali, 2 milioni a rischio patologico, circa 800.000 i giocatori già patologici.
5-6 miliardi l’anno necessari per curare i dipendenti dal gioco patologico.