Milano, 23 aprile 2013 - «Guardi, a fare il tatuaggio alla ragazza non sono stato io, ma un mio collaboratore, che può immaginare in che condizioni si trova adesso». Luca Talia Accardi è il titolare di «Quetzal Tattoo», il centro di viale Sabotino 9 dove giovedì scorso la 23enne Federica Iammatteo si è fatta tatuare un pesce sulla spalla sinistra che potrebbe essere all’origine dello choc settico che ne ha poi provocato la morte. Un’ipotesi che, però, Accardi respinge con fermezza. «È escluso che il tatuaggio abbia ucciso Federica. E non lo dico io, ma il medico dell’Asl che è venuto qui a fare controlli. E lo hanno detto anche i poliziotti e i carabinieri del Nas che si occupano del caso. Il negozio è stato trovato a posto, in condizioni igieniche perfette e così gli strumenti che utilizziamo per incidere la pelle. L’infezione contratta da quella povera giovane ha altre cause».


Ma lei era in negozio il giorno del tatuaggio?
«No, non c’ero. Ma chi c’era mi ha assicurato che la ragazza non si è sentita per niente male. Anzi, quando è uscita stava benissimo ed era contenta del tatuaggio che si era fatta».


Pare, invece, che avesse cominciato fin da subito ad accusare uno strano malessere, una specie di mal di gola
«Non mi risulta proprio»


Diceva prima che il tatuaggio a Federica lo ha fatto un suo collaboratore. I due si conoscevano?
«Sì, lui l’aveva già tatuata altre volte. Federica di tatuaggi ne aveva parecchi»

E non era mai successo nulla?
«Assolutamente no. Ripeto, la ragazza è uscita dal negozio che stava bene. Se avesse contratto un’infezione per il tatuaggio, lo choc anafilattico lo avrebbe avuto qui e non il giorno dopo».


A ricostruire le ultime 48 ore di vita di Federica Iammatteo, per la cui morte la Procura ha aperto un’indagine per omicidio colposo, è stato il padre Agostino, ancora sconvolto per quanto accaduto alla figlia. Stando al suo racconto, la ragazza giovedì pomeriggio ha fatto il tatuaggio in viale Sabotino, venerdì mattina è stata ricoverata all’ospedale San Giuseppe e poi, visto il precipitare del quadro clinico (una improvvisa emorragia), è stata trasferita nel reparto di terapia intensiva del Policlinico. Inutili i tentativi dei medici di salvarla. All’1.30 di notte di sabato è morta.

«Quando siamo arrivati in ospedale - ricorda ora Agostino Iammatteo - mia figlia era intubata e i medici avevano ormai perso le speranze di salvarla». Sarà ora l’autopsia, prevista per oggi, a chiarire le reali cause della morte della giovane. I Nas hanno effettivamente fatto vari sopralluoghi nel centro di viale Sabotino e dalle relative ispezioni tutto è risultato in regola sotto il profilo igienico-sanitario. Dunque non è escluso il sospetto che Federica fosse diventata improvvisamente allergica all’inchiostro, visto che non era il primo tatuaggio che si era fatta fare. Inoltre, secondo alcuni studi clinici, il continuare a fare tatuaggi può sensibilizzare alle sostanze utilizzate e quindi provocare forti reazioni allergiche.

di Marco Ruggiero