Milano, 15 aprile 2013 - Le Province lombarde contro il taglio di circa 200 milioni di euro imposto loro dal governo nel decreto sui pagamenti della pubblica amministrazione. E’ con un nuovo appello “a tutte le forze politiche” per una revisione del provvedimento prima della sua conversione in legge, che si è svolta, questa mattina, a Palazzo Isimbardi la riunione del consiglio direttivo dell’Upl, l’unione delle Province lombarde, con il presidente dell’Upi Antonio Saitta e l’assessore regionale all’economia Massimo Garavaglia, ospite il presidente Guido Podestà.

“Stiamo lavorando per fare modificare questo decreto, molto complesso - ha spiegato Saitta - e da semplificare. Le province hanno delle risorse in cassa che non possono utilizzare per il patto di stabilità, chiediamo di poterlo fare per aiutare le imprese. Lo abbiamo proposto al parlamento settimana scorsa, ma oltre a questo critichiamo la parte che riguarda i tagli alle Province: ancora un miliardo e 200 milioni”, di cui 200 milioni circa per le province della Lombardia.

“Siamo riuniti qui oggi per valutare quali sono gli effetti di questo taglio” e il primo esito del confronto è che “c’è un problema di sicurezza per le scuole e le strade. Dobbiamo decidere se rispettare il patto di stabilità, che ci impedisce di intervenire” per la manutenzione delle strade e delle scuole “o rispettare le norme sulla sicurezza. E chiaro che sceglieremo la seconda, ma andremo fuori dalla legge e avremo problemi con la Corte dei Conti, ma vogliamo garantire i servizi. Diremo questo al governo e a tutte le forze politiche. E’ importante che in questo momento tutte le forze politiche non si lascino prendere da un pregiudizio sulle province”.

 

GUIDO PODESTA' - Il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà ha aggiunto: “Con l’entità dei tagli che vengono imposti oggi agli enti locali quello di non riuscire a garantire i servizi ai cittadini è un rischio vero”. E ha sottolineato: "Non è una difesa a prescindere, anche perchè se c’è un’istituzione che ha saputo ottimizzare la gestione delle risorse pubbliche sono proprio questi enti. La Provincia di Milano, che è una delle più virtuose, non riceve denaro dallo Stato ma lo dà e ogni anno questi trasferimenti aumentano”.

Se quindi lo stato decide di cancellare le Province “lo faccia per via costituzionale - ha commentato Podestà - ma che questo non avvenga per asfissia delle risorse perche’ alla fine sono i cittadini che ne soffriranno”. Il rischio secondo Podesta’, tra tagli alle enti locali e continue richieste di trasferimento di risorse allo stato centrale, e’ quello che “il 70 per cento delle Province italiane quest’anno non riuscirà molto probabilmente a chiudere il proprio bilancio”, ha concluso sottolineando che su questi temi le Province continueranno a cercare il dialogo con il Governo e le forze politiche.

Podestà ha poi parlato del decreto: "Per come è stato scritto questo decreto ministeriale è talmente involuto che mi ha dato l'idea di un rubinetto dell'acqua fatto apposta per non fare passare l'acqua. Noi non riusciremo per la sommatoria di obbligazioni burocratiche previste nel decreto a pagare le imprese. Si creano delle illusioni e poi si deludono. Lo abbiamo detto alla commissione parlamentare alla Camera
mercoledì scorso e spero che le forze politiche in parlamento si rendano conto della situazione".