Milano, 12 aprile 2013 - "In queste ore sarebbero partite le prime lettere di licenziamento delle lavoratrici e dei lavoratori del San Raffaele". Lo sostengono Fp Cgil, Cisl Fps e Uil Fpl che, spiegano in una nota, "hanno deciso, conseguentemente a questa decisione dell'azienda, di aprire lo stato di agitazione al fine di riportare al tavolo di contrattazione l'azienda per cercare di trovare tutte le soluzioni per impedire che 244 lavoratrici e lavoratori del San Raffaele perdano il posto di lavoro.

In questa ottica i sindacati ritengono che sia indispensabile ripartire dalle proposte fatte negli scorsi mesi dai sindacati confederali sull'utilizzo degli ammortizzatori sociali. Nei prossimi giorni, oltre all'apertura dello stato di agitazione, le organizzazioni sindacali confederali metteranno in campo tutte le iniziative di sensibilizzazione, di informazione e di lotta al fine di tutelare i lavoratori dell'Ospedale San Raffaele a partire da un presidio dei lavoratori della sanità milanese previsto per la mattinata di venerdì 19 aprile".

 

L'AZIENDA - "L'Ospedale San Raffaele conferma che le lettere di licenziamento rappresentano l'inevitabile esito del mancato accordo con la Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) e rappresentano oggi uno strumento necessario per affrontare il grave stato di crisi dell'ospedale''. E' quanto precisa in una nota la proprieta' dell'ospedale milanese. ''Purtroppo l'intesa raggiunta con la Rsu il 21 gennaio scorso, presso il Ministero del Lavoro - continua la nota della proprietà - che consentiva di evitare i licenziamenti, e' stata respinta nel referendum interno con il 55% dei voti. Successivamente l'Rsu ha anche respinto la mediazione del Prefetto di Milano e rifiutato di indire un nuovo referendum come richiesto da una petizione firmata da 919 dipendenti''. In questo contesto dunque, ''i licenziamenti diventano pertanto necessari - conclude - secondo la tempistica prevista dalla Legge 223, anche se l'amministrazione ospedaliera non esclude che, in presenza di fatti nuovi, l'intera procedura possa essere rivista''.

 

UDIENZA SLITTATA - Slitta al prossimo 30 aprile l'udienza in cui è previsto possa esserci la sentenza nel processo milanese sul crac del San Raffaele a carico degli imprenditori Pierino e Gianluca Zammarchi, di Ferdinando Lora e del suo collaboratore Carlo Freschi, imputati per associazione a delinquere e bancarotta. Per Pierino Zammarchi i pm di Milano Luigi Orsi e Gaetano Ruta hanno chiesto, nelle scorse udienze, la condanna a quattro anni e nove mesi di reclusione. Chiesti invece quattro anni e quattro mesi per il figlio Gianluca, quattro anni e sette mesi per Fernando Lora e quattro anni e tre mesi per Carlo Freschi.