di Massimiliano Mingoia

Milano, 10 aprile 2013 — «Un nuovo campo rom in via Lombroso? No, è un centro di emergenza sociale. Nell’accordo tra Prefettura e Comune è così definito». L’assessore comunale alla Sicurezza e Coesione sociale Marco Granelli mette i puntini sulle i dopo le critiche dell’opposizione di centrodestra sul nuovo insediamento che nascerà nel giro di poche settimane nell’area di proprietà della Sogemi vicino all’Ortomercato.

Assessore, qual è la differenza tra campo e centro di emergenza sociale?
«Il centro è un modello che stiamo utilizzando per famiglie con minori allontanate da insediamenti abusivi. Non si tratta né di campi né di abitazioni. Sono strutture di emergenza».

Nel vecchio Piano rom non c’erano questi centri.
«È una novità della nuova convenzione sottoscritta a marzo da Prefettura e Comune. Una soluzione del genere è già stata sperimentata in via Barzaghi dopo l’incendio del campo di via Sacile».

Soluzione temporanea?
«L’accordo con la Sogemi, la proprietaria del terreno di via Lombroso, è di lasciare i prefabbricati fino alla fine del 2013. Si tratta di un’area, che ora abbiamo in comodato d’uso, in passato spesso soggetta ad occupazioni abusive».

Nella convenzione si parla di un terzo centro. Dove sarà?
«La collocazione non è stata ancora decisa. Potrebbe essere un terzo centro oppure un centro alternativo a quello di via Lombroso: l’area dell’Ortomercato nel 2014 potrebbe essere interessata a una riqualificazione urbanistica».

Gli insediamenti rom regolari aumentano invece di diminuire. L’obiettivo non era quello di superare i campi?
«L’obiettivo è confermato. Nella convenzione è citato l’utilizzo degli appartamenti gestiti dal terzo settore per uno o al massimo due anni oppure operazioni di autocostruzione in aree autorizzate o rientri in Romania grazie ad accordi tra i due Stati. Soluzioni che però non possono essere utilizzate per le famiglie sgomberate da insediamenti abusivi. Nei prossimi giorni procederemo ad allontamenti dalle aree in via Airaghi, viale Dione Cassio e viale Forlanini. Senza il centro di emergenza sociale in via Lombroso non potremmo sgomberarli».

Entro quando avverrà il «superamento» dei sette campi rom autorizzati?
«Il campo di via Novara sarà chiuso entro il 2013».

E gli altri sei?
«Decideremo le priorità con la Prefettura».

L’opposizione in Comune sostiene che il piano Maroni da 5,6 milioni di euro è stato stravolto. Cosa replica?
«Il precedente Piano ha risolto solo il problema del campo di via Triboniano, ma in parte, perché in via Airaghi oggi ci sono famiglie che prima erano al Triboniano. Noi abbiamo riscritto il Piano secondo linee approvate da Governo e Prefettura e riteniamo che questo Piano consenta al Comune di intervenire sulle situazioni di maggior degrado e favorire la diminuzione dei campi abusivi e regolari presenti sul territorio».

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net