Milano, 24 marzo 2013 - Farmaci scaduti somministrati a piccoli pazienti. Nessuna conseguenza sulla loro salute, fortunatamente. Ma certo un episodio che - stando all’accusa - non rende onore alla fama del Policlinico e delle sue strutture come la clinica De Marchi, all’avanguardia nella cura dei bambini. Tanto più che si trattava di dosi di vaccino antimeningite somministrate nell’ambito di una sperimentazione clinica regolarmente autorizzata.

Questa, almeno, è l’accusa della procura nei confronti di R.T., 38 anni, all’epoca dei fatti medico specializzando presso l’unità Pediatria I del Policlicico, che avrebbe materialmente distribuito "in tempi diversi, a quattro pazienti in età pediatrica — si legge nel capo d’imputazione — altrettante dosi di vaccino antimeningococcico scadute di validità". A dover rispondere davanti al giudice Fabio Roia della nona sezione penale è però anche il primario del reparto, un luminare come il professor N.P., 73 anni, che per l’accusa avrebbe avuto l’onere, in quanto responsabile della Pediatria I, di evitare che un episodio del genere potesse avvenire. La difesa sostiene però che i farmaci, apparentemente scaduti stando alla data stampata sulle confezioni, sarebbero stati invece ancora utilizzabili allo scopo.

Le irregolarità emerse nel novembre 2010 durante un controllo del Nas dei carabinieri, probabilmente non casuale ma sollecitato da qualcuno che si era accorto dell’errore. Il verbale finì sul tavolo del magistrato che, preso atto che non c’erano state conseguenze sulla salute dei bambini, chiese l’emissione di un decreto penale di condanna (senza processo) nei confronti del primario e della dottoressa. E il giudice fissò l’ammenda in 11.250 euro. Il professor P. e la sua specializzanda, però, hanno impugnato il provvedimento chiedendo di essere processati nel dibattimento che si avvierà all’inizio di aprile.

La contestazione del pm Adriana Blasco nei confronti della dottoressa parla di “colpa consistita in negligenza e imperizia” alla base della somministrazione di vaccino avvenuta sui piccoli pazienti in quattro dosi tra il 9 e il 12 novembre di tre anni fa. Il professor P., dal canto suo, stando all’ipotesi della procura "per colpa consistita in negligenza ed imperizia non impediva, pur avendone l’obbligo giuridico, che nell’ambito della sperimentazione dello studio clinico di cui era responsabile, venissero colposamente somministrati" quelle dosi di vaccino scaduto. In aula, come testimoni, saranno sentiti i due sottufficiali del Nas che raccolsero la denuncia e effettuarono i successivi accertamenti. Tecnicamente, in base al codice penale il reato contestato a entrambi è quello di somministrazione colposa di medicinali guasti.