Milano, 16 marzo 2013 - «Non ho mai dato tangenti», dice l’uomo cui è stato attagliato il ruolo di alter Pierangelo Daccò, un altro che apre le porte in Regione. Corruzione negata da Gianluca Guarischi, nel corso delle dichiarazioni spontanee fatte al gip Fabio Antezza nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per i macchinari elettromedicali negli ospedali lombardi, e per la quale l’ex consigliere regionale di Forza Italia è stato arrestato con altri sei per corruzione: nel suo caso 85mila euro in due tranche ricevute a titolo di stecca dall’imprenditore della Hermex Italia, Giuseppe Lo Presti.

 

Guarischi è nell’occhio del ciclone per la nuova malversazione, e ci torna anche per carte della Procura depositate agli atti dell’inchiesta sui fondi neri della clinica Maugeri, in cui si fa cenno anche a rapporti diretti con l’ex governatore Roberto Formigoni - là indagato per associazione per delinquere e corruzione - al quale avrebbe organizzato vacanze in Croazia e in Sudafrica. Inoltre, stando alle accuse dei pubblici ministeri Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, notevole la disinvoltura dell’ex politico nei suoi frequenti passaggi al Pirellone, dove ha incontri «col Presidente» e nonostante una condanna definitiva a 5 anni per corruzione e turbativa d’asta, dovuta agli appalti sul post alluvione in Valtellina, e l’interdizione dai pubblici uffici fino al 2014.

 

Al Gup Guarischi fa dichiarazioni spontanee, il suo avvocato Michele Apicella preferisce studiare bene le carte depositate, prima che l’assistito sia interrogato. In quelle dichiarazioni, l’indagato racconta del suo ruolo alla Hermex, la stessa ditta privilegiata negli appalti e sotto accusa per turbativa d’asta e corruzione: un ruolo nato come consulente e collaboratore per poi divenire uno «stipendiato a tutti gli effetti». Ma con quale ruolo? «Strategia di mercato», rapporti di intermediazione, lecita, si sottolinea: come conoscitore dei meccanismi degli enti pubblici, delle difficoltà che questi hanno a pagare, e dei meccanismi per sollecitarli. Un crinale sottile, fra lecito e illecito? E persino su Formigoni, Guarischi fa dichiarazioni: «È un mio amico dal 1985. Abbiamo fatto vacanze assieme, ognuno ha pagato le sue. E io le sue non le ho mai pagate». Ma degli 85 mila euro contestati come tangente da lui percepita? Risponde l’avvocato Apicella: «Si tratta di atti coperti, il mio assistito ha semplicemente e nettamente negato gli addebiti».

 

L’interrogatorio di ieri, ultimo tra quelli di garanzia, toccava anche il direttore generale dell’azienda ospedaliera della Valtellina, Luigi Gianola, accusato di avere avuto una promessa di tangente - per un appalto per una tecnologia Pacs - da 500 mila, e un anticipo, reale, di 5000. Ma già il giorno prima, il giornalista Leonardo Boriani, che avrebbe mediato tra il manager ospedaliero e l’imprenditore Lo Presti, aveva detto che quei soldi se li era tenuti lui, e di avere millantato una tangente inesistente con l’imprenditore. Gianola segue la scia: «Sono vittima di un millantatore che si è mosso a suo esclusivo vantaggio. Non capisco perché Leonardo Boriani si sia comportato in quel modo. Non ho mai intascato soldi di tangenti e neppure ho accettato promesse di denaro in cambio di atti illeciti nell’ambito della mia attività lavorativa». Così avrebbe detto al gip Antezza, come riferiscono gli avvocati Marcella Regazzoni e Marina Cotelli di Sondrio.
 

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