Milano, 7 aprile 2013 - Non è bastato il campanello d’allarme per la prima dieta sbagliata. A dicembre era finita in ospedale in choc anafilattico dopo aver mangiato un piatto al quale era allergica. Ieri è stata portata al Sacco di nuovo a causa di un menu sbagliato. Questa le conseguenze non sono state gravi per l’alunna di 6 anni della scuola primaria di via Magreglio. Ma la mamma vuole tagliare i ponti e si è rivolta all’avvocato: "Anche se non ha rischiato la vita ormai non mi fido più a mandarla lì. Chiederò il trasferimento".

È successo ieri poco dopo mezzogiorno nell’elementare di zona Certosa. La bambina si siede insieme ai suoi compagni a tavola, ma nel piatto non trova quanto previsto dalla sua dieta speciale, bensì una minestra con parmigiano. Parmigiano uguale latticino e la piccola ne è allergica. «Siamo intervenuti subito – fanno sapere dalla scuola – e alla bambina sono state somministrate le medicine previste (ndr adrenalina). Poi abbiamo avvertito il 118 e la mamma». Un’ambulanza ha trasportato per precauzione l’alunna al pronto soccorso dell’ospedale Sacco. Nel pomeriggio è stata dimessa.

All’origine dell'accaduto ci sarebbe un errore nella richiesta della dieta, che la scuola non ha fatto pervenire a Milano Ristorazione. La ragazzina risultava assente. Lo spiega, preoccupata e sbalordita allo stesso tempo, la mamma, Gabriella Neri: «Mia figlia oggi (ndr ieri) è entrata più tardi a scuola e per questo la sua richiesta di dieta non sarebbe stata raccolta. Così si è ritrovata a mensa lo stesso piatto dei compagni. Per fortuna alla prima cucchiaiata la maestra si è resa subito conto e ha avviato le procedure d’emergenza».

Basta l’ingresso in ritardo della bambina  a spiegare l’errore? «Prima dell’inizio dell’anno scolastico avevo chiesto un protocollo personalizzato con l’Asl – continua Gabriella Neri – visto che mia figlia ha gravi allergie alimentari. A dicembre aveva rischiato di morire dopo avere consumato un budino al riso e non al latte. Un errore di consegna di Milano Ristorazione ma anche in quel caso nessuno tra maestre e personale di mensa aveva fatto le dovute verifiche. La cosa grave è che si sia ripetuto, nonostante avessi chiesto un mese fa alla preside maggiori controlli». Ad accompagnarla in quell’incontro, il presidente dell’associazione “Bam!, Bambini allergici a Milano”. Un sostegno per le famiglie milanesi. «Ci sono decine e decine di bambini a Milano – osserva la mamma – nella situazione di mia figlia e quello che è successo non è l’unico caso finora». Ora la piccola dovrà superare questa nuovo errore degli adulti. «Siamo ancora sottosopra. Tengo ancora i farmaci sul tavolo anche se è fuori pericolo.

Mia figlia ormai non riesce più a dormire. E quando vede un camicie, si terrorizza. Qualcuno deve prendersi la responsabilità. Non la mando più in quella scuola perché non posso più fidarmi. Incontrerò la preside visto che ho chiesto trasferimento. A dicembre mi ero fatta uno scrupolo, ma stavolta voglio denunciare l’accaduto». L’assessore all’Educazione e Istruzione Francesco Cappelli in un recente incontro con i genitori delle commissioni mensa aveva garantito maggiore tutela ai bambini anche sul tema delle diete speciali. «Ho chiesto una relazione dei fatti – fa sapere – e convocherò il dirigente scolastico. Esiste un protocollo in alcune scuole che prevede la presenza di una maestra di fianco ai bambini che richiedono un menu speciale. Lo allargheremo a tutti gli istituti. Quello che è accaduto non si deve ripetere mai più».

 

di Luca Salvi