Milano, 4 marzo 2013 - Il signor Giuseppe Grillo, detto Peppe, ha 39 anni, è sposato con Martina, è originario di Pescara, vive a Milano da tre anni e fa l’impiegato in un supermercato. E fino a qualche settimana fa non s’era mai troppo preoccupato dell’omonimia con quell’altro Giuseppe Grillo, detto Beppe, capo del Movimento 5 stelle, primo partito alla Camera dopo le elezioni. Che il Giuseppe detto Peppe, fan di lungo corso «del mitico Beppe che seguo da quando faceva il comico», ha votato con entusiasmo. Solo che intanto lo tsunami del Beppe, che predica la democrazia diretta attraverso la Rete, aveva l’effetto paradossale di bloccare al Peppe l’accesso al suo profilo su Facebook, il social network dove più di quattro italiani su dieci hanno un’identità. Da un paio di settimane «è andato in tilt: sono subissato da richieste di amicizia e messaggi. Ho scritto a Facebook, speriamo risolvano. Non sarò certo l’unico». Vero: sul social network vengon giù schermate e schermate di Giuseppi Grillo localizzati da Biella alla Sicilia e dal Belgio a Santo Domingo. «Avevo anche specificato nel profilo di non essere lui, che tra l’altro è registrato come Beppe...».

 

Capitava anche prima?
«Prima dell’exploit in politica i conoscenti facevano battute; dopo, anche gli sconosciuti mi chiedevano l’amicizia, ma erano tre, massimo cinque al giorno».
Scusi, quanti “amici” ha?
«Circa milletrecento. E la cosa, devo dire, non mi dispiaceva. Ma nelle ultime settimane le richieste sono diventate una valanga, anche cinquecento in un giorno... Sto quasi pensando di candidarmi! Scherzo eh».
 

Però l’ha votato.
«Certo! È una persona che mi piace e spero possa cambiare le cose in questo Paese. Ora vedremo, perché a parlare sono tutti bravi, come si muoveranno i suoi “grillini”. Io comunque ho fiducia».
 

Non è un attivista.
«No, non sono iscritto al Movimento, non sono neanche andato in piazza. Ma Beppe l’ho sempre seguito, sul blog, e fin da ragazzo: in tv prima che lo mandassero via, gli spettacoli... Credo che in politica uno così ci voglia, magari all’opposizione, per dirci come stanno le cose».
 

Se fosse lui darebbe la fiducia a un governo?
«No: non mi fido di entrambi gli schieramenti e tornando a votare potrebbe arrivare al 40%. In più così rispetta il programma».
 

Se l’aspettava il risultato?
«Devo dire di sì, anche dai messaggi che mi arrivavano, tutti di grande apprezzamento, negativi neanche uno. Io non ho mai risposto, perché non ho tempo e poi non saprei che scrivere».
 

Ma prima chi votava?
«Non le dico quale schieramento, ma votavo uno dei due partitoni, senza grande convinzione. Alle elezioni precedenti ero andato per mero dovere civico, e credo l’avrei fatto anche stavolta, perdoni l’espressione, tappandomi il naso. Per Grillo invece ho espresso un voto in cui credo».
 

A costo di restar fuori da Facebook?
«Se è questo il prezzo, pazienza. Al limite mi aprirò un altro profilo».

 

giulia.bonezzi@ilgiorno.net