Milano, 17 febbraio 2013 - E' iniziata verso le 14.30 la manifestazione del centrosinistra in piazza Duomo a Milano, dove sono arrivate alcune migliaia di persone con le bandiere, fra l'altro di Sel, del Pd, del centro democratico e dei moderati. E' stato un evento con musica ed interventi di politici. Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola. Giuliano Pisapia e Bruno Tabacci. Anche l'ex presidente del consiglio Romano Prodi. Tutti in campo o, meglio, tutti sul palco, per lanciare la corsa di Umberto Ambrosoli a presidente della Regione.  Mobilitazione e partecipazione necessarie a vincere la sfida del 24 e 25 febbraio. Una doppia sfida, quella lombarda: oltre alla presidenza della Regione c’è in palio il premio di maggioranza per il Senato. Due sfide che oggi saranno un tutt’uno sul palco di piazza Duomo.

A una settimana dalle urne il centrosinistra si prende dunque la piazza. La trama è consolidata: musica alternata a politica, come accadde per la campagna elettorale di Pisapia, alle ultime comunali milanesi. Manifestazione al via alle 14.30. Sul palco si sono esibiti  Roy Paci, Paolo Jannacci, Ketty Passa, Lucio e Dava dei Vallanzaska. A condurre saranno Paola Maugeri e Davide Romagnoni.

AMBROSOLI -  "Oggi la gara è a chi le spara più grosse, ma io a quelle gara non partecipo. Non siamo qui per le frottole". Lo ha detto il candidato del centrosinistra Umberto Ambrosoli, dal palco di piazza Duomo. ‘’I valori forti della comunità alla fine prevarranno. Non ha senso avere le mani pulite se si tengono in tasca - ha proseguito -, io le mie mani le tendo a voi per cambiare la nostra regione e scrivere una pagina nuova. Il 25 aprile quest’anno arriva a febbraio. Non abbiamo bisogno di continuità ma di una nuova prospettiva. La Lombardia ha l’occasione di scrivere una pagina di storia come quella di tanti anni fa’’.

GIULIANO PISAPIA - Giuliano Pisapia ne ha per tutti. E' toccato al sindaco di Milano aprire il pomeriggio di campagna elettorale milanese: una lunga kermesse che vede sullo stesso palco Bruno Tabacci, Nichi Vendola, Umberto Ambrosoli e Pier Luigi Bersani. E da piazza Duomo, il sindaco ha avvertito della necessità di mettere un punto nella storia politica d'Italia e della Lombardia, attaccando "chi ha devastato il nostro Paese, vale a dire il Governo Berlusconi, e anche chi ci ha promesso equità, sviluppo e sobrietà, dandoci però soltanto sobrietà".

Pisapia ha urlato il suo "basta agli imbonitori, ai millantatori e agli illusionisti. E basta anche ai comici che scendono in politica. Ho grande rispetto per i comici - ha proseguito -, ma lo ho anche delle persone delle serie". Pisapia ha ricordato i "fatti" realizzati a Milano - dall'Irpef piu' bassa d'Italia ai trasporti gratuiti per cassintegrati, disoccupati e precari, dall'accoglienza dei senzatetto al microcredito per le imprese - come prova che e' possibile coniugare equita' e sviluppo, ma anche e soprattutto come esempio che si' puo'
"governare bene insieme
, anche se abbiamo storie, bandiere e culture diverse, perche' abbiamo in comune l'obiettivo dell'interesse comune e non quello personale". 

Sempre durante il comizio, Pisapia ha detto: "Dopo avere liberato Milano liberiamo la Lombardia per costruire l’Italia che vogliamo’’. E ha sottolineato: "Due anni e mezzo fa siamo stati capaci di vincere in luoghi dove il centrodestra imperava da troppo tempo,  e ora l’obiettivo di costruire una nuova Lombardia sara’ vincente’’. Secondo Pisapia, quindi ‘’sara’ un grande miracolo lombardo e nazionale il fatto che il centrosinistra cambiera’ questo paese". "Con Ambrosoli saremo fieri di essere lombardi - ha concluso - e con Bersani non ci vergogneremo piu’ di essere italiani".

 

TABACCI - "Mi sono dimesso a malincuore ma perche' sono una persona seria. Come anche la vice-sindaco Guida. Quanti in Italia hanno fatto la stessa scelta? E' la scelta di chi non ha bisogno di un paracadute, non e' cosi' che si fa politica". Lo ha affermato Bruno Tabacci intervenendo dal palco di "Italia Giusta" in piazza Duomo. Ringraziando il sindaco "per l'amicizia e il coinvolgimento", Tabacci ha parlato di "operazione realizzata a Milano, da 20 mesi, con l'intenzione di guardare il resto del Paese. Sono orgoglioso dei 20 mesi al servizio di Milano: non abbiamo mai raccontato balle, siamo state persone serie e perbene. Chi arriva dopo di me trovera' le cose molto piu' in ordine di come le ho trovate io".

E ancora: "La Lombardia non e' l'Ohio d'Italia qui non c'e' dubbio come vanno a finire le cose, perche' i lombardi hanno un debito: qui sono nati la Lega e Berlusconi e da qui deve arrivare lo stop". "Grillo puo' riempire le piazze - ha continuato, in un intervento molto applaudito - ma l'alternativa a Berlusconi e alla Lega di Maroni siamo noi: un'alternativa secca, equilibrata e perbene".

 

VENDOLA - "Non sarò un elemento di disturbo" per il governo di centrosinistra "ma una garanzia di stabilità e governabilità". Lo ha detto Nichi Vendola durante la manifestazione del centrosinistra a Milano. "Non sarò quello che ogni giorno dice più uno e non rincorrerò Bersani premier per tirargli la giacchetta - ha assicurato i leader di Sel - pongo una sola condizione: che la bussola del governo dovrà indicare una strada precisa: giustizia sociale, lotta alla povertà, lotta alla precarietà e alla solitudine".

Poi, un accenno al Carroccio: "I leghisti sono trafficanti di sogni e di appalti sulla pelle di un Nord condannato a vivere all'ombra di una identità un po' cavernicola. Milano era la più europea delle città, a Milano abbiamo sempre chiesto di essere la nostra locomotiva, non di essere la capitale della nevrosi identitaria, chiusa dentro la sua paura, dentro un recinto. Altro che barbari, ne abbiamo visti troppo di barbari e di barbarie, in questo Paese di razzisti e di omofobi".

 

ROMANO PRODI - "Cari amici, dopo quattro anni torno su un palco perché oggi ne vale la pena". Così ha esordito l'ex premier Romano Prodi, intervenendo dal palco di piazza Duomo nell'appuntamento elettorale del centrosinistra per Umberto Ambrosoli. Dalla piazza si è levato un coro di entusiasmo "Prodi, Prodi". "Sono venuto qui - ha sottolineato - non per nostalgia o per cercare un ruolo, ma solo per rimarcare l'importanza della sfida lombarda e della sfida italiana. Sono venuto qui per invitarvi a votare uniti e poi torno al mio lavoro". E ancora: ''La ripresa lombarda partira' da Expo 2015. 'Dovremo dare un messaggio a tutto il mondo che soffre  far diventare Milano un punto di riferimento per il grande problema dell'acqua in tutti i continenti''.

Poi, parla di Renzi: "Matteo ha perso e non ha sbattuto la porta, ha interpretato le regole di un grande partito democratico e sara' una grande risorsa del futuro". Prodi ha difeso lo strumento delle primarie, come "unica garanzia di democrazia. Le primarie, ha riconosciuto, hanno "fatto spargere davvero sangue", ma "quando si coagula il sangue, comincia la corsa vera per vincere le elezioni".

 

BERSANI - ‘’Ancora sette giorni e lo smacchiamo il giaguaro’’: con queste parole, fra gli applausi, Pier Luigi Bersani ha iniziato il suo intervento alla manifestazione del centrosinistra in piazza Duomo a Milano.  “Chi si diverte a sfrucugliare dentro la nostra coalizione si riposi, noi il nostro patto lo abbiamo fatto con oltre 3 milioni di notai. Ci siamo presentati con la nostra foto di gruppo, non abbiamo mai avuto dubbi”.

E’ in Lombardia che “si gioca la partita decisiva”. Pier Luigi Bersani lo ripete con forza e alla piazza gremita, di fronte al Duomo di Milano, ha assicurato: “Da qui partira’ la svolta - ha detto - gireremo una pagina ventennale, tireremo fuori la Lombardia dal buio”.Dal palco, Bersani ha ricordato che la Regione e’ da sempre “il luogo da cui è partita una svolta per l’Italia, nel bene o nel male. Da qui e’ partito il fascismo e tangentopoli, ma da qui e’ partita anche, 150 anni fa, la svolta riformista, è stato un nodo cruciale per la liberazione, le forze democratiche hanno reagito e offerto anche il loro sangue nelle stragi del terrorismo, fino al grande eroe borghese. Questo - ha concluso - e’ un luogo di civismo”. Bersani ha poi ricordato la chiusura della campagna elettorale di Giuliano Pisapia, quando proprio sopra al Duomo si verificò la coincidenza di un arcobaleno divenuto il simbolo della ‘Rivoluzione arancione’ a Milano. “Tra sette giorni - ha assicurato - di nuovo un arcobaleno colorera’ il cielo della Lombardia e dell’Italia”.