Milano, 15 febbraio 2013 - Quanti tumori sono causati da virus e batteri? Quanto sono efficaci vaccinazioni e screening contro il virus HPV (noto anche come Papilloma virus)? Come procedere nella lotta a questa malattia in quei Paesi dove non ci sono risorse economiche sufficienti?
Alla vigilia di una grande campagna di vaccinazione sulle ragazze di Milano, sono questi alcuni dei temi che lunedì 18 febbraio all’Istituto Nazionale dei Tumori affronterà Silvia Franceschi, epidemiologo e responsabile dell’Infections and Cancer Epidemiology Group presso la International Agency for Research on Cancer a Lione (Iarc), centro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che si occupa di estendere anche ai Paesi più poveri i progressi nella ricerca sulla lotta ai tumori.

Silvia Franceschi è oggi uno dei più importanti ricercatori italiani: infatti, secondo la classifica della Via Academy, network internazionale che raccoglie gli scienziati italiani, è la studiosa del nostro Paese con la più importante produzione scientifica personale. "La preoccupante diffusione dei tumori nei Paesi in via di sviluppo - sottolinea Marco Pierotti, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, sottolinea - è un’emergenza per noi molto importante e il seminario di Silvia Franceschi è un’occasione di rilievo per approfondire questi temi".

Secondo dati OMS nel 2030 saranno diagnosticati in Africa ogni anno 1,6 milioni di nuovi casi di tumore e si registreranno 1,2 milioni di decessi. "Ritengo - dice Pierotti - che, contro questa pandemia, la nostra unica risorsa sia il trasferimento delle conoscenze su prevenzione, ricerca, assistenza e cura, oggi disponibili in Europa e negli Stati Uniti, anche nelle aree del mondo oggi più povere". Intanto la settimana prossima partirà a Milano una campagna di vaccinazione gratuita contro il Papilloma virus, con l’obiettivo di vaccinare 500 ragazze milanesi, nate nel 1997, che nel 2009 non sono state sottoposte alla vaccinazione contro il virus umano-hpv (causa del cancro del collo dell’utero), pur avendo ricevuto l’invito.

Una campagna resa possibile grazie a un accordo tra Istituto europeo di oncologia (Ieo), Comune di Milano, assessorato alle Politiche Sociali, Asl di Milano, Croce rossa italiana (Cri), e Fondazione Rotary Club Milano, presentato oggi a Milano. Le campagne di vaccinazione gratuita promosse dalle Asl di tutta Italia negli anni scorsi non hanno infatti raccolto le adesioni sperate: molte ragazze non hanno risposto alla chiamata. A Milano, secondo i dati della Asl, 4 anni fa è stato vaccinato il 47% delle ragazze chiamate. Il progetto, nato da un’idea dello Ieo, che si occupa della supervisione scientifica, e della Cri, potrà essere realizzato grazie ai fondi raccolti dalla Fondazione Rotary Club.

"Rivolgo un appello ai genitori delle ragazze nate nel 1997 e che non si sono sottoposte al vaccino contro l’hpv - ha detto Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali di Milano -. Questa campagna è un’importante opportunità di prevenzione per evitare il rischio di tumore al collo dell’utero. Se nei prossimi anni ce ne sarà ancora bisogno, replicheremo la campagna". A eseguire le vaccinazioni sarà la Cri nell’ambulatorio della sua delegazione di Milano, mentre dalla prossima settimana Comune e asl si occuperanno di inviare le lettere di invito e fare le chiamate.

Milano sarà la prima città da cui parte la campagna di vaccinazione gratuita, che coinvolgerà poi, secondo il progetto di Ieo e Cri, altri capoluoghi di regione italiani. Per raccogliere fondi si è tenuto lo spettacolo "Taxi a due piazze" al Teatro Nuovo di Milano ed è stato messo in vendita, nel corso della serata, il libro "Siate liberi" (ed.Salani), di Umberto Veronesi e Maria Giovanna Luini.