Milano, 12 febbraio 2013 - «Sembra ci sia stato il terremoto», commenta un’insegnante mentre guarda le grosse falle aperte nei soffitti dell’atrio e del portico antistante la scuola media Cassinis. «Per fortuna non c’era nessuno». Perché l’allagamento che ha sconvolto la mattinata di 220 alunni si è verificato nel fine settimana. Ai bidelli e alla vicepreside, arrivati dopo le 7, non è rimasto altro da fare che ripulire l’atrio, tenere lontani i ragazzini dalle pozze e avvertire il Comune. «Sono anni che questa scuola deve essere demolita. E ricostruita». Zona Niguarda, in fondo a via Hermada il grigio prefabbricato monolitico da decenni è al centro della protesta delle famiglie residenti che qui mandano i loro figli. La Cassinis è stata una delle sei scuole nel mirino del comitato Una Crepa in Comune, sorto tre anni fa per chiedere all’allora Giunta Moratti interventi urgenti nei plessi scolastici di zona 9. Ma la Cassinis è l’unica che finora non ha ricevuto cure specifiche. E ieri è incorsa in un nuovo «cataclisma».
 

«Ho aperto il portone principale. Era tutto buio e mi sono ritrovata a camminare nell’atrio bagnato. Il soffitto era crollato. Ho avvertito subito segreteria e vicepreside», racconta la bidella protagonista della sgradevole «sorpresa» delle 7.30. La luce all’ingresso era saltata. «Sì è spaccato un calorifero della segreteria – spiega la vicepreside, Jole Bevilacqua – che si è allagata, insieme all’aula professori a fianco.
Poi l’acqua deve essere passata attraverso il pavimento fino a intaccare la controsoffittatura. Che ha ceduto». Anche il riscaldamento ha cominciato a non funzionare più. A quel punto la scuola ha avvertito gli uffici del Comune preposti agli impianti e all’edilizia scolastica. «Ho avvertito le famiglie di quanto era accaduto – continua la vicepreside – ma i tecnici sono arrivati subito, attorno alle 8. Hanno messo in sicurezza le due aree e portato via i pannelli da cui ancora gocciolava acqua.


Sono intervenuti anche i vigili del fuoco che hanno dichiarato l’agibilità dell’edificio». Almeno 20 mamme e papà hanno ritirato i figli. I bidelli si sono messi di ramazza. Anche un genitore ha dato una mano a ripulire i pavimenti. Nelle prime due ore di lezione, gli alunni rimasti e i docenti si sono arrangiati a stare in classe con i cappotti. Dopo due ore la temperatura è tornata a regime.


«Almeno in classe – sottolinea una prof – perché nella sala dove correggiamo i compiti fa sempre freddo. Il tetto non è più coibentato, la lastra isolante si è consumata». Anche qualche alunna di terza media lamenta «giorni nei quali non possiamo fare a meno del giaccone». Stabile sorto a fine anni ’60 in via provvisoria, la media di via Hermada da più di un decennio viene inserita, di amministrazione in amministrazione, nei piani di demolizione e ricostruzione, date le condizioni precarie. Ma i lavori, che richiederebbero un investimento di circa 11 milioni di euro, vengono rinviati di continuo. Nei mesi scorsi anche il sindaco Pisapia e l’ex assessore ai Lavori Pubblici Lucia Castellano avevano visitato la struttura. «È stata inserita nel piano triennale delle opere del Comune – afferma Antonella Lo Consolo, del Consiglio di zona 9 – ma l’intervento non è ancora stato finanziato. È l’unica scuola media dei questo quartiere, con un’utenza che va da piazzale Maciachini al confine di Bresso. Ma è anche quella nelle peggiori condizioni di tutta la città». Dal Comune fanno sapere che oggi i tecnici torneranno alla Cassinis per risistemare plafone e pavimenti.

di Luca Salvi