Milano, 26 gennaio 2013 - "L'Italia ha il triste primato in Europa del maggior numero di declaratorie di estinzione del reato per prescrizione (circa 130mila quest'ultimo anno) e, paradossalmente, del piu' alto numero di condanne della Corte Europea dei diritti dell'uomo per l'irragionevole durata dei processi". Lo ha dichiarato oggi il presidente della Corte d'Appello di Milano, Giovanni Canzio, nel corso della sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, nell'Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano, presente anche il Presidente del consiglio Mario Monti

 "Appare percio' illogica l'attuale disciplina della prescrizione del reato, - ha detto - nella parte in cui estende i suoi effetti sul processo penale - ha aggiunto - propiziandone il grado di ineffettivita' con il fallimento della funzione cognitiva e la sconfitta dell'ansia di giustizia delle vittime e della collettivita'". "Essa si rivela come un agente 'patogeno' - ha concluso - scoraggia, mediante una sorta di premialita' di fatto, le premialita' legali dei riti alternativi, incentiva strategie dilatorie e implementa strumentalmente le impugnazioni".

 

"Equilibrio, moderazione, sobrieta' e riservatezza, anche sul piano dei rapporti con i media e con la politica, rispetto e leale collaborazione con le altre istituzioni" ha invocato inoltre il presidente della Corte d'Appello di Milano. Secondo Canzio, coniugando potere e responsabilità l'indipendenza dei giudici sara' vista come la garanzia fondamentale dei cittadini per l'applicazione imparziale e uniforme della legge nello stato di diritto, si' da scongiurare il rischio che la crescita esponenziale del ruolo di supplenza della magistratura nella governance, all'incrocio tra politica, economia e diritto, sposti il fondamento della legittimazione sul terreno delle pratiche del consenso sociale e popolare".

Canzio, ha iniziato la sua relazione ringraziando e salutando alcuni ospiti "illustri" presenti nell'Aula Magna del Palazzo di Giustizia: il Cardinale Scola, il Presidente del Consiglio Monti, i giudici Frigo e Lattanzi della Corte Costituzionale, e ha rivolto "un saluto particolarmente affettuoso a Ernesto Lupo, primo Presidente della Corte di Cassazione".

Durante il suo discorso il presidente della Corte d'Appello ha sottolineato che l'eccessiva lunghezza delle indagini che a suo avviso puo' portare i media ad accanirsi contro gli indagati. "Va sottolineata la doverosita' del rispetto dei termini delle investigazioni - afferma Canzio - atteso che dall'eccessivo scarto temporale con il giudizio deriva la concentrazione dei media su quella che costituisce la formulazione, allo stato, di un'ipotesi accusatoria, destinata alla verifica dibattimentale secondo la regola decisoria dell'al di la' di ogni
ragionevole dubbio". 

"Una troppo lunga indagine, ancor piu' - aggiunge - se corredata da misure custodiali, esalta l'ipertrofia accusatoria, rafforza nell'opinione pubblica i pregiudizi di colpevolezza, puo' ledere il diritto di difesa dell'indagato, ne suscita la contrapposta ipertrofia difensiva". Per questo, Canzio propone una "obbligatorieta' temperata dell'azione penale, e apprezza le linee del disegno governativo di legge delega n. 5019 bis che prevedeva casi di sospensione del procedimento per reati non particolarmente gravi e per imputati irreperibili, oltre a pene detentive non carcerarie "presso il domicilio". Canzio esprime "rammarico" perche' questo provvedimento non sia stato approvato definitivamente dal Parlamento a causa dell'anticipato scioglimento delle Camere. (