Milano, 26 gennaio 2013 - Il cartellone nell’androne della stazione di Porta Garibaldi annuncia «Lasciate che i pendolari vengano a me», ultimo spettacolo dei Legnanesi. Buon divertimento ai lombardi che dopo averla vissuta sulla loro pelle non hanno dimenticato la settimana nera di dicembre, la disfatta del nuovo e mai testato sistema informatico «Goal rail», il caos ferroviario, le giornate di passione. Non l’hanno dimenticato i ferrovieri. Che come conseguenza della Caporetto informatica rischiano non solo di vedere compromesso il pagamento di indennizzi e competenze, ma addirittura di essere costretti fra qualche mese a restituire parte delle somme percepite. È la fosca previsione di Adriano Coscia, segretario regionale del sindacato autonomo Or.Sa. «Dopo la catastrofe di dicembre le Ferrovie sono tornate al vecchio sistema informatico. Ma con il crollo del software era saltata anche la possibilità di trasmettere al programma di gestione i dati sulle prestazioni svolte dal personale: straordinari, lavoro notturno, festivi, diaria di trasferta e condotta, ossia il tempo trascorso in treno dai dipendenti.

 

Per il momento, in base a un accordo sindacale dal quale l’Or.Sa si è dissociata, vengono riconosciuti ai dipendenti le stesse competenze riferite al corrispondente mese dello scorso anno. Tutto dovrebbe entrare a regime a giugno. Mi chiedo, però, come sarà possibile calcolare esattamente le competenze di circa 2300 lavoratori delle ferrovie lombarde. Non solo. Il nuovo contratto di lavoro fissa per alcune voci competenze inferiori a quelle riconosciute dal contratto precedente: per esempio la diaria per l’ora di condotta passa dai 10 euro del vecchio contratto ai 6 del nuovo. Il rischio fondato è allora quello di un conguaglio negativo per il dipendente che a giugno potrebbe vedersi obbligato a restituire soldi all’azienda. Ci sono altre cose che non quadrano. Mi sono arrivate numerose segnalazioni di difformità e di retribuzioni inferiori anche di 200 o 300 rispetto a quanto stabilito dall’ultimo accordo sindacale».

 

Il 30 gennaio 190 ferrovieri iscritti all’Or.Sa e non saranno in tribunale a Milano per chiedere ai giudici della sezione lavoro un referendum sul nuovo contratto di lavoro. In campo anche Legambiente. «Nella settimana - dice Dario Balotta, responsabile trasporti e storico segetario della Fit Cisl - dal 9 al 16 dicembre sono stati soppressi quasi 1500 treni. Il ripristino della normalità è durato fino al 6 gennaio, un periodo che vede consistenti riduzioni su alcune linee. Prima domanda: la Regione lo sa? Chiediamo come possa essersi verificato il tracollo, chi ne è stato responsabile, quali sono stati i costi. Il bonus non basta, non bastano i 400 milioni di euro che la Regione trasferisce alle Ferrovie». «Chiediamo - dice Barbara Meggetto, direttore di Legambiente Lombardia - che vengano accertate le responsabilità. Ci sono lavoratori che hanno pagato di tasca loro per decine di ore».
 

di Gabriele Moroni

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