di Nicola Palma

Milano, 24 dicembre 2013 - Ore decisive per il futuro dell’ospedale San Raffaele. Domattina è in programma l’assemblea generale dei lavoratori: all’ordine del giorno, l’ipotesi d’accordo anti-licenziamenti firmata dalla Rsu. A decidere saranno proprio i tremila dipendenti del comparto, chiamati a esprimersi con un referendum: urne aperte da sabato 26 a martedì 29, giorno in cui i sindacati dovranno comunicare all’azienda l’esito della consultazione. «Sì» o «no», non si scappa. Se la maggioranza dei votanti approverà il piano di sacrifici economici, il 31 gennaio sindacati e dirigenti aziendali si ritroveranno a Roma per la ratifica definitiva. Le conseguenze? Stop agli esuberi, riduzione a tempo (almeno fino al 31 dicembre 2014) del compenso annuo lordo del 9% medio (con punte del 10,3% per due categorie professionali), passaggio al contratto Aiop dal primo luglio 2013 con armonizzazione del trattamento delle matenità, disdetta dei contratti interni e smaltimento concordato delle ferie arretrate.

E se vincesse il fronte contrario alla trattativa? Ecco lo scenario: a casa 244 dipendenti tra ausiliari, impiegati, operatori sanitari, infermieri, tecnici e operai, decurtazione permanente del 7% in busta paga, contratto Aiop dal primo gennaio 2014 e cancellazione di quarant’anni di accordi aziendali. Insomma, la discriminante (non da poco) tra le due prospettive (al di là del 2% in meno nella seconda ipotesi) sta tutta nei tagli d’organico. Che verrebbero effettuati immediatamente: secondo quanto filtra da via Olgettina, il «no» all’accordo farebbe partire le lettere di licenziamento già dal primo febbraio.

Un finale da evitare per la Cisl, che ieri ha dato il pieno assenso all’intesa raggiunta al Ministero delle Politiche sociali: «Sappiamo di chiedere un sacrificio ai lavoratori — sostiene la sigla — ma ci impegniamo a verificare, giorno per giorno, la serietà dell’azienda nel perseguire il risanamento vigilando sul rispetto dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori». Di tutt’altro avviso l’Usb, che dirà ai dipendenti della struttura assistenziale di non accettare la proposta dell’amministratore delegato Nicola Bedin.