Milano, 15 gennaio 2013 - La giovane vittima di uno stupro (per ora presunto) in discoteca è stata dimessa dall’ospedale.«Non ricordo, non ricordo...», ha continuato a dire ai carabinieri che stanno cercando di dare un senso a questa indagine che sembra partire malissimo. Perché la giovane non ha ancora fatto denuncia e non sembra che abbia intenzione di sporgerla a breve. Non ha spiegato i motivi ed ha continuato a ripetere che non ricorda niente di quanto sarebbe accaduto. O per lo shock o per l’alcol. La denuncia è fondamentale perché trattandosi di una maggiorenne serve la «collaborazione» della vittima. Che non sembra mostrarne tanta.


I militari, proprio per non lasciare nulla di intentato e non perdere tempo, hanno sentito gli amici della ragazza che insieme a lei erano andati in discoteca sabato notte. Qualcuno ha spiegato di avere notato sia pure di sfuggita l’amica andare nel bagno degli uomini insieme ad uno sconosciuto, comunque ad una persona mai vista prima. Impossibile stabilire se ci sia andata di sua spontanea volontà o costretta. Di certo l’altro ieri notte - quando è stata trovata seminuda, con i vestiti strappati e con tracce di sangue semisvenuta nel bagno - era quasi in coma etilico, cioè aveva bevuto molto. Lo stato confusionale, però, potrebbe essere legato anche alla violenza sessuale.


A dare l’allarme era stata un’amica che all’improvviso - mentre erano a ballare alla discoteca Borgo Karma di via Fabio Massimo - l’aveva persa di vista. Preoccupata, la ragazza l’aveva cercata dappertutto e poi con l’aiuto di altri amici aveva controllato tutti i locali fino a trovarla in una toilette. Le sue condizioni erano apparse preoccupanti. Era incosciente e stesa per terra. Tutto il resto faceva pensare ad uno stupro.
La studentessa diciottenne era stata ricoverata subito al Policlinico e poi alla Mangiagalli, che ha accertato l’avvenuto rapporto sessuale. Il referto non ha aggiunto altro.
 

Rimane adesso da verificare se effettivamente ci sia stato un rapporto non consenziente. E per proseguire nelle indagini serve la collaborazione della vittima che potrebbe fornire qualche particolare utile riguardo allo sconosciuto che l’avrebbe accompagnata o spinta nel bagno degli uomini.
Non è raro il caso che la vittima di una violenza si rifiuti di sporgere denuncia preferendo dimenticare subito tutto. Gli esperti spiegano questa sindrome facendo riferimento alla necessità di rimuovere definitivamente la terribile esperienza. Ma non è infrequente anche il caso di donne che si siano inventate tutto. Violenza compresa. Ma gli inquirenti, per ora, sembrano ritenere improbabile questa ipotesi.


Sull’episodio registriamo una reazione di Barbara Pollastrini, deputata Pd che parla di «un’altra tragedia, un’altra vita segnata da una brutalità rivoltante». «Regione e comuni sono chiamati a un piano straordinario contro la violenza alle donne. Troppe sono le vittime perché le classi dirigenti non abbiano un soprassalto in termini di investimenti, di prevenzione, di informazione e formazione», ha aggiunto l’ex ministro per le Pari opportunità. I casi di violenza sessuale in provincia di Milano solo nel 2012 sono stati 532.
 

di Tino Fiammetta