Milano, 11 gennaio 2013 - “Una vera tragedia, ho passato con la Melato tante notti e tanti giorni insieme a Lina Wertmuller. Eravamo un vero e proprio trio” Giancarlo Giannini, è colpito profondamente dalla scomparsa di Mariangela Melato questa mattina a Roma, dopo una grave malattia. Raggiunto telefonicamente dall'ANSA, compagno di tanti film su tutti il mitico: “Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto” (1974).
 

''Mariangela - aggiunge - aveva una grande umanità, ma era anche una donna molto fragile. Anche nella recitazione era bravissima, i ritmi e i suoi tempi di recitazione erano perfetti. Io diventavo spettatore della sua bravura''.

Ma come spiega ancora l'attore a letto per una forte influenza: ''Mariangela Melato non era solo bravissima, ma anche una donna capace di reagire nei momenti difficili della vita con grande forza. Ed anche, se eri tu ad avere il problema, a farti reagire con la sua stessa tenacia. Era poi una donna piena di energia, intelligentissima, bella e sexy''.

InTravolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto di Lina Wertmuller, film cult con protagonisti appunto Giannini, nel ruolo di Gennarino, marinaio animosamente 'comunista' maltrattato da una spocchiosa Melato nei panni di Raffaella Pavone Lanzetti proprietaria di una mega yacht. Quando la situazione si ribalta per un naufragio, Gennarino mette in atto  la sua personale lotta di classe contra la spocchiosa signora al grido di 'bottana industriale'.

“Quando si gira un film così sulla spiaggia - spiega Giannini - non è affatto facile. Ma no c'è stato nessun imbarazzo tra di noi. Lei era sempre disponibile e divertente''. Perchè quel film è diventato di culto? ''Perchè racconta una bellissima esperienza, ovvero di due persone che inizialmente si odiano che si ritrovano a contatto con l'infinito e la natura, con la freschezza della vita. Si ritrovano insomma, un uomo e una donna proprietari di un mondo tutto loro”.

Infine, da Giannini ancora una parola sulla Melato: “Non si sentiva mai una diva. Aveva una eleganza e la bravura giusta per recitare in teatro. Non ho mai visto Eleonora Duse recitare, ma credo che non doveva essere molto diverso”.