Milano, 11 gennaio 2013 - Chiuse le indagini in vista della richiesta di rinvio a giudizio a 15 persone tra cui l’ex assessore regionale e cognato di Formigoni, Giulio Boscagli, il capogruppo del Pdl al Pirellone Paolo Valentini e l’ex direttore generale della sanità lombarda Carlo Lucchina. La notifica è arrivato oggi dal pm Tiziana Siciliano.

Le accuse contestate sono turbativa d’asta e corruzione nell’ambito dell’inchiesta su presunte irregolarità negli appalti per la telemedicina che hanno riguardato alcuni ospedali della Lombardia tra cui quello di Lecco.

 

REAZIONI - "Sono totalmente estraneo ai fatti contestati”. Con queste parole il consigliere regionale del Pdl, Giulio Boscagli, ha commentato l’indagine a suo carico per turbativa con cui sarebbero stata favorita l’assegnazione di contratti di assicurazione e brokeraggio per le aziende sanitarie a due società.
Non ho mai- spiega Boscagli - organizzato ne tanto meno favorito incontri relativamente ai fatti contestati. Sono, quindi, fiducioso anzi certo che la magistratura chiarirà la mia totale estraneità.”

 

"I REFERENTI" -  Secondo quanto scrive il pm di Milano Tiziana Siciliano, sarebbe stato il capogruppo del Pdl al Pirellone, Paolo Valentini,  il "referente politico" e lo "sponsor" della società assicurativa Gbs spa e si sarebbe impegnato per fare assegnare una gara d’appalto all'azienda stessa.

Nell’avviso di conclusione delle indagini emerge anche che Simone Rasetti, "capo della segreteria particolare" dell’ex assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, avrebbe intascato una mazzetta da 13.500 euro per "mettere mano" agli appalti.

Carlo Lucchina, direttore generale della Sanità lombarda e Giulio Boscagli, ex assessore alla Famiglia, sarebbero stati i "referenti politico-amministrativi" del direttore generale dell’ospedale di Mantova, Luca Stucchi.

Stando alle carte dell’inchiesta, Lucchina e Boscagli avrebbero convocato, nel dicembre 2009, il responsabile dell’ospedale "nei propri uffici presso la Regione" per "impartirgli specifiche direttive sull’esito della gara esplorativa indetta il primo aprile 2009, specificando in tali occasioni la decisa volontà, manifestata anche dal consigliere regionale Paolo Valentini, di procedere all’aggiudicazione della gara in favore della società Gbs, perchè ritenuta politicamente vicina".

 

IN PRINCIPIO - L’inchiesta su irregolarità negli appalti è il secondo filone di indagine di un’inchiesta partita dopo una denuncia di Stefano Galli, capogruppo del Carroccio al Pirellone. "Sono orgoglioso e incazzato", ha dichiarato Galli. Orgoglio per aver denunciato un tentativo di corruzione, rabbia per essere finito sui giornali fra gli indagati per i rimborsi illeciti in Regione per il pranzo di nozze della figlia. "Quando sarò assolto mi chiederanno scusa in un necrologio".

Galli denunciò che Alberto Uva gli avrebbe promesso "quindicimila euro in prima battuta e fino a 400 mila nel giro di un anno" per aiutarlo a convincere i direttori generali di sua conoscenza a poter usare il loro spazio, senza appalto, per mettere televisori in cui far passare informazioni agli utenti ma anche pubblicità. "E io - ha commentato il leghista - sarei diventato ricco con il matrimonio di mia figlia...".