Milano, 3 gennaio 2012 - Lombardia  regione virtuosa e per questo penalizzata più dalle nuove tasse. Si sviluppa sul filo di un amaro ma realistico paradosso il ragionamento delle associazioni dei consumatori. Il rischio è quello di una Lombardia dei balzelli, a cominciare da quelli autostradali se è vero come è amaramente vero che, nelle diversificazione dei ritocchi a seconda dei gestori, per la «Milano Serravalle» le tariffe aumentano dell’1,16%, ad «Autostrade per l’Italia» è stato concesso un incremento del 3,47, ad «Autostrade Centropadane» del 5,66.
 

«La Lombardia - saetta Francesca Arnaboldi, presidente della Confconsumatori lombarda e vicepresidente nazionale - è sempre molto colpita a ogni nuova tassa. Più delle altre regioni. Chi pagherà di più per le autostrade? La Lombardia. È una regione che funziona, per esempio per la raccolta rifiuti. È quella dove si sviluppa un’attività economica più ricca. E anche quella dove si esercita un maggior controllo. E da noi si paga. La pressione fiscale colpirà la regione più ricca e anche quella che più abituata a pagare. Come per il canone televisivo: in Lombardia viene versato, a differenza di altre zone».
 

«La Lombardia - ammonisce Marco Donzelli, avvocato milanese, da una ventina d’anni presidente del Codacons -, nel quadro del disagio sociale, è in una dimensione positiva. Attenzione però: è una zona ricca, ma al suo interno esistono anche persone disoccupate, persone senza più risorse, che non sono più in grado di pagare il mutuo e le cartelle di Equitalia. Nonostante questo la nostra è una regione virtuosa dove le tasse vengono pagate. Da una parte. Dall’altra c’è un Stato che anziché intervenire guardando le cartelle tributarie, si accanisce sui cittadini e sulle imprese».
Il Codacons stima per le autostrade un aumento medio del 2,91%, per le multe del 5,7, per il canone Rai dell’1,34 (1,50 euro), per il gas dell’1,7% (22 euro).

Per l’Iva l’aumento di luglio sarà dal 21 al 22%. In una famiglia di quattro persone inciderà a regime per 279 euro l’anno, in una di tre per 209 euro. «Se si sceglie - è l’analisi di Donzelli - la strada dell’aumento delle tasse possono solo diminuire le risorse economiche da spendere. Se il cittadino il 17 dicembre ha dovuto pagare l’Imu e subito dopo ha speso per i regali di Natale, si ritrova senza soldi per far girare l’economia. Li ha dati tutti allo Stato. Se il bar sotto casa riduce il personale e il ristorante all’angolo e il negozio della strada vicina fanno lo stesso, ci ritroviamo con sempre meno persone con uno stipendio da spendere».Cosa faranno le associazioni dei consumatori? «Vedremo - risponde Francesca Arnaboldi - come contrastare il contrastabile. Mentre prima la gente reagiva con forza, adesso ha l’atteggiamento di chi cerca soprattutto di difendersi dalle tegole che le piovono in testa».
 

gabriele.moroni@ilgiorno.net