Milano, 21 dicembre 2012 - Altri 37 consiglieri del Pirellone sono indagati nell'inchiesta milanese sulle presunte spese 'pazze'. Dopo i 22 inviti a comparire dei giorni scorsi e dopo altri tre indagati dello scorso ottobre, il numero dei consiglieri indagati raggiunge quota 62. I 'nuovi' indagati (22 esponenti del Pdl e 15 della Lega), stando agli inviti a comparire in corso di notifica, sono stati convocati in Procura per gli interrogatori che si terranno a gennaio, probabilmente dopo l'Epifania.

Per i 37 indagati (22 esponenti del Pdl e 15 della Lega) sono partiti questa mattina gli inviti a comparire con l'accusa di peculato e tra i destinatari degli inviti c'e' anche Renzo Bossi (il suo nome da indagato era gia' emerso nell'inchiesta) e la vice presidente del Senato Rosi Mauro.  I 37 politici - tra cui consiglieri attuali (anche se dimissionari perche' il Consiglio regionale si e' sciolto) ed ex consiglieri - sono indagati per presunti rimborsi illeciti con soldi pubblici di spese 'sospette'. Soldi che avrebbero ottenuto,
a vario titolo, tra il 2008 e il 2012.

 

ROSI MAURO IN PROCURA - Questa mattina, la senatrice Rosi Mauro è arrivata in procura a Milano per farsi interrogare dai magistrati che stanno indagando sui presunti rimborsi illeciti concessi ai consiglieri regionali della Lombardia. La politica ex Lega Nord si e’ presentata spontaneamente davanti ai pm, dopo aver avuto notizia di essere indagata per l’ipotesi di reato di peculato, in relazione al periodo in cui e’ stata in consiglio regionale al Pirellone. Rosi Mauro e’ uno dei consiglieri ed ex consiglieri destinatari dei 37 nuovi inviti a comparire che gli uomini della Guardia di Finanza stanno notificando in queste ore, dopo i 22 gia’ recapitati la settimana scorsa ad altrettanti consiglieri di Pdl e Lega Nord.

L'ex leghista ha spiegato: "Tutto chiarito, comprai con regolare fattura tre personal computer e una stampante che diedi ai collaboratori i quali vengono pagati in parte con il mio stipendio". A Rosi Mauro i pm, nell'invito a comparire, contestano 3 fatture per 7.400 euro complessive.

 

PER RENZO BOSSI MOJITO E NEGRONI -  Renzo Bossi avrebbe speso soldi pubblici anche per bere ''Mojito, Campari e Negroni'' in un locale milanese. E' quanto emerge dagli atti dell'inchiesta milanese sui presunti rimborsi illeciti. In particolare il 6 luglio 2010 il figlio di Umberto avrebbe pagato 24 euro poi rimborsati per 3 cocktail all'Hollywood Living. La sera prima avrebbe speso altri 24 euro per tre Aperol Spritz''. A Renzo Bossi i pm contestano di aver ottenuto rimborsi illeciti per spese 'allegre' per 22 mila e 600 euro circa, dal 2010 fino al momento in cui e' stato in carica come consigliere al Pirellone (si e' dimesso ad aprile dopo il presunto scandalo dei fondi del Carroccio). Tra le spese imputate al figlio del Senatur ci sono, tra l'altro, anche ''consumazioni varie'' e poi ancora ''panino piu' bibite'', ''materiale informatico'', taxi, ''pocket coffee piu' acqua''. Stando all'invito a comparire, Renzo Bossi e' stato convocato in Procura per l'interrogatorio fissato per il prossimo 10 gennaio.

 

GIAMMARIO: "PRENDEVO TAXI PER STUDIARE" - ''Perche' prendevo cosi' tanti taxi? Perche' cosi', non guidando io, potevo leggere e studiare per prepararmi all'attivita' del Consiglio''. Queste, da quanto si e' saputo, le parole di Angelo Giammario, uno dei 62 consiglieri del Pirellone indagati per peculato, ai pm milanesi in un interrogatorio dei giorni scorsi.  Ad Angelo Giammario, consigliere dimissionario del Pdl, il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e i pm Paolo Filippini e Antonio D'Alessio contestano circa 114 mila euro di spese, tra cui principalmente taxi e noleggi auto, rimborsati, secondo l'accusa, illecitamente coi soldi del gruppo consiliare.

 

GLI INDAGATI SALGONO A 62  - Venerdi' scorso erano partiti i primi 22 inviti a comparire (11 per consiglieri del Pdl e 11 per quelli della Lega). Lo scorso ottobre, con le acquisizioni dei documenti dei gruppi consiliari del Pdl e del Carroccio da parte dei finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, coordinati dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D'Alessio, erano risultati indagati Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale, e gli ex assessori Massimo Buscemi e Franco Nicoli Cristiani. Al momento, dunque, gli indagati per la vicenda dei presunti rimborsi illeciti sono in tutto 62. Gli investigatori poi stanno analizzando anche le spese dei gruppi dell'opposizione dopo l'acquisizione di documenti al Pirellone effettuata venerdi' scorso.