Milano, 20 dicembre - Scala, non si placa la polemica sullo sciopero dei coristi, che ha fatto saltare la Prima di «Romeo e Giulietta», in programma ieri sera. «Un’agitazione causata dalla situazione di ingovernabilità e confusione nella gestione del teatro: abbiamo da tempo scritto al presidente Pisapia e al sovrintendente Lissner per un incontro», denuncia Giancarlo Albori, segretario territoriale Slc-Cgil. Che, però, apre alla direzione del Piermarini: «Noi siamo disposti — continua Albori — a sederci a un tavolo e a ragionare in maniera seria». Tuttavia, nel caso i vertici della Fondazione non dovessero accettare di riaprire la trattativa, il sindacato «è pronto ad andare per vie legali: ormai sembra questo l’unico modo per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori». Al momento, c’è da dire, le posizioni restano distinte e distanti.

 

Da una parte, le richieste dei 72 cantanti impegnati nella rappresentazione sulle coreografie di Sasha Waltz: gli artisti esigono dal teatro un compenso speciale per la prestazione non prevista nel contratto nazionale, vale a dire l’esibizione in costume con parte da recitare a memoria e alcuni movimenti delle mani da eseguire. Dall’altra c’è il teatro, che non ha intenzione di sborsare nemmeno un euro in più. Anche perché si rischierebbe, la sintesi, di creare un precedente difficile da gestire per un ente lirico-sinfonico come la Scala, l’unico in Italia (oltre all’Opera di Roma) ad avere un proprio corpo di ballo. A proposito di corpo di ballo, i danzatori di via Filodrammatici hanno ritirato l’altra sera (fuori tempo massimo) lo stato d’agitazione legato alla piattaforma mobile che fa da filo conduttore dello show ideato dalla tedesca Waltz: a loro il Piermarini ha concesso due giorni di riposo in più per compensare lo sforzo fisico supplementare.

 

Sul tavolo, restano quindi solo le rivendicazioni dei coristi, che non sembrano disposti a retrocedere: ieri mattina, l’assemblea ha confermato a larghissima maggioranza lo sciopero sulla Prima. I prossimi due giorni saranno decisivi (la seconda recita è in calendario per il 28 dicembre): tra oggi e domani, i cantanti concorderanno la linea da seguire nel confronto con la direzione scaligera. Al momento, sono esclusi scioperi a raffica: rinunciare a undici recite, al di là dell’indubbio danno d’immagine per via Filodrammatici, avrebbe inevitabili ripercussioni sulle singole buste paga. «Vogliamo solo che vengano rispettate le regole — ragiona Mauro Peconi, delegato Cgil del coro — Lissner non può sempre dirci di no, anche quando avanziamo richieste legittime».
 

di Nicola Palma

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