Milano, 19 dicembre 2012 - Aprirà «nell’estate del 2014» il nuovo collegamento tra la Stazione Centrale e il metrò, con ascensore panoramico nell’oblò tra i tornelli della linea verde e quelli della gialla e tapis roulant al posto delle scale mobili ormai scomparse. Lo dice Fabio Battaggia, l’ad di Grandi Stazioni; e sarà l’ultima consegna tra le opere esterne promesse al Comune con la megariqualificazione della Centrale. Compresa la piantumazione dei 15 platani di via Sammartini, al posto di quelli abbattuti dopo esser stati danneggiati per sbaglio, per i quali Adriano Celentano scrisse al sindaco Pisapia.

Un anno di ritardo sull’ultima tempistica prevista, ma poteva andare molto peggio: i lavori sotto piazza Duca D’Aosta sono ripresi in settembre dopo cinque mesi e mezzo di stop durante i quali Grandi Stazioni ha dovuto risolvere la grana della Dec. La società di proprietà di due dei sei fratelli Degennaro, accusati di truffa aggravata allo Stato e falso ideologico nell’inchiesta che la Procura di Bari ha chiuso all’inizio del mese; e a seguito della quale si erano bloccati i lavori nei cantieri di Grandi Stazioni dove la Dec era appaltatrice. Incluso quello di Milano, dove «siamo riusciti a far recedere la ditta, affidando anche le opere edili alla società Guerrato che già faceva parte dell’Ati. Abbiamo pagato gli stipendi arretrati, garantito i subappaltatori e gli operai», ricorda Battaggia, a margine della presentazione dell’ultima apertura di un negozio in stazione, Saturn, megastore di elettronica di consumo.

L’ottantacinquesimo punto vendita su cento previsti, «gli altri 15 sono già assegnati e in allestimento». Sono gli spazi più grandi, oggetto di restauri complessi nel capolavoro dell’Ulisse Stacchini, che avvengono sotto stretto controllo della Sovrintendenza; pagati dagli inquilini ma anche da Grandi Stazioni che ad esempio ha rimesso a nuovo la Sala Reale, oggi adibita a sfilate ed eventi. Un concentrato di storia impensabile dietro le clair di piazza Luigi di Savoia; c’è anche il bagno dove il re, dietro uno specchio, nascondeva la sua via di fuga, e si vedono pioli di metallo in un tunnel strettissimo (i Savoia erano piccolini).

Un pezzetto dei sessantamila metri quadrati di stazione riqualificati tra il 2007 e il 2010, la metà destinati a spazi commerciali, servizi e food. E i negozi, chiarisce Battaggia, servono a ripagare un investimento di 150 milioni di euro, un quinto di quanto impegnato in Italia dalla società controllata da Ferrovie dello Stato che gestisce 13 dei principali scali ferroviari del Paese. I restauri ma anche gli impianti e i nuovi «percorsi moderni» per ascensori e tapis-roulant che portano «tra 100 e 120 milioni di passeggeri l’anno» a spasso per il nuovo centro commerciale.

In Centrale ogni giorno passano seicento treni e 405 mila esseri umani, tanti quanti gli abitanti di Bologna. «Il 60% ha fatto acquisti nell’ultimo mese, e la permanenza media in stazione è passata da 18 a 26 minuti». Cioè otto minuti in più di «tempo per lo shopping». Ma i negozi, aggiunge l’ad, creano anche posti di lavoro: «Circa 1100 nei poco più di ventimila metri quadrati aperti oggi», che si aggiungono ai circa 900 addetti al core business (500 per il comparto treni, gli altri per la stazione, dalla manutenzione e pulizia alla Polfer). Quando i metri quadri commerciali arriveranno a 30mila, «i posti diventeranno duemila». E in stazione lavoreranno tremila persone.

di Giulia Bonezzi

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