di Marinella Rossi

Milano, 15 dicembre 2012 - Ci sono le ricola all’arancia, pastarelle, aerei di carta, kinder sorpresa, pizze d’asporto, Mc Donald, cannoli, ciambelle, coppette gelato, i cuor di cacao. La spesa alla Lidl, il pane. Peccato che paghi il cittadino il carrello del consigliere regionale. Non è più la Milano da bere, ma Milano miserella in cui si abusa del denaro pubblico. Eppure, compaiono, a nobilitare gli sprechi accattoni, anche ostriche per due, 127 euro, menù fissi da Pier per 720 euro, da Giannino, per 400, da Le buone cose bistrot per 1560. Ma perché omettere Berti e A Riccione. Un po’ di lusso, in tanta miseria.

Spese di rappresentanza? Spese giustificabili dall’attività politica? La Procura della Repubblica - e la squadra dei finanzieri che lavora da sempre col procuratore aggiunto Alfredo Robledo - analizza rimborsi dal 2008 al 2012, e lo esclude. Peculato, cioè appropriazione indebita commessa da un pubblico ufficiale: perché questo è un consigliere regionale. Spreco di denaro pubblico.

Sono, per ora, 22, gli indagati appena invitati a comparire per dire la loro (fra il 19 e il 22 dicembre) davanti ai sostituti Paolo Filippini e Antonio D’Alessio. Sono consiglieri di maggioranza del Pirellone, 11 leghisti e 11 del Pdl. Ecco la doverosa lista: Cesare Bossetti, il nuovo presidente (dopo le dimissioni dell’indagato per corruzione Davide Boni) del consiglio regionale Fabrizio Cecchetti, Angelo Ciocca, il capogruppo Stefano Galli, Alessandro Marelli, Enio Moretti, Masimiliano Orsatti, Ugo Parolo, Roberto Pedretti, Luciana Ruffinelli, Pierluigi Toscani. E undici del Pdl: Giovanni Bordoni, il cognato di Roberto Formigoni Giulio Boscagli, Alessandro Colucci, Angelo Giammario, Antonella Maiolo, Nicole Minetti, Marcello Raimondi, Gianluca Rinadlin, Carlo Saffioti, il capogruppo e “mister 190mila euro” Paolo Valentini (con ristoranti e persino spese telefoniche per due mesi da 1428 euro) e infine Sante Zuffada. Ed è solo una prima tranche: l’analisi dei conti rivela che presto altri, una ventina, saranno indagati, e comunque ieri il nucleo provinciale della Guardia di finanza ha visitato in Regione gli armadi degli scontrini dei gruppi di minoranza. Si vedrà, se da quelle parti è stata adottata altra politica del rimborso.

In zona maggioranza, la spesa di casa la paga il contribuente. Se la chiacchieratisssima e ormai plurindagata Nicole Minetti sale e scende da taxi, pur avendo spese di spostamento, ed entra ed esce da ristoranti o acquista iphone 5 per quasi 900 euro, tutto a spese del gruppo, altri usano lo scontrino da esibire all’ufficio cassa come un passpartout divino.

Cesare Bossetti è l’uomo dei dolci: leghista che si distinse per aver rifiutato il minuto di silenzio per il rogo in cui moriono a Roma i bimbi rom, ha un cuore tenero che si nutre di ciooccolatini, dolciumi, e spende (o meglio, fa spendere) complessivamente 23 mila euro in bon bon vari.

Pierluigi Toscani, eclettico, è l’uomo che acquista coi soldi pubblici 750 euro in munizioni da caccia, marche da bollo per il passpaorto, la spesa alla Lidl da 60 euro, le Ricola, i gratta e vinci, i cuneesi al ruhm. Va da Pier e spende per 22 coperti 1000 euro, o per un menù fisso 720. Poi c’è la lista di casa: zucchero semolato, farina, craker e salsiccia di Norimberga.

Alessandro Marelli tra le una e le due di notte fa “spese di rappresentanza” in pub e locali, birre e grappe, compra carne alla macelleria in Santa Croce, ma anche fuochi d’artificio (25 euro) dai cinesi. E Angelo Giammario, che non deve aver digerito di non avere l’auto blu, spende nel 2011 circa 27.500 euro quasi tutti per noleggio auto e taxi.

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