di Enrico Fovanna

Milano, 12 dicembre 2012 - In tempo di crisi, nonostante il massiccio calo degli incassi, sono le farmacie le vittime preferite dei rapinatori. «Siamo il primo bersaglio in assoluto, in classifica, persino le banche stanno dietro di noi». A dirlo è Annarosa Racca, presidente nazionale di Federfarma, che ha rilanciato l’allarme rapine nel capoluogo lombardo. «Il numero di rapine alle farmacie si mantiene più o meno stabile», precisa, pur con oscillazioni durante l’anno. «Ma il mese peggiore è proprio dicembre. Proprio per questo ho scritto al nuovo questore di Milano, per sensibilizzarlo sul problema e chiedere un rafforzamento della sorveglianza in questo periodo».

In Lombardia, tra l’altro, sono in arrivo 343 nuove farmacie, grazie al concorso straordinario che porterà all’apertura di 3.500 nuovi esercizi su tutto il territorio nazionale. Il presidente Racca sottolinea comunque che «già oggi, i cittadini possono contare su una farmacia a meno di 10 minuti di distanza da ogni casa».
«Un servizio capillare - evidenzia la numero uno dell’associazione nazionale titolari - che grazie alla nuova farmacia dei servizi è sempre più vicino ai cittadini». In farmacia, per esempio, si possono prenotare visite ed esami e solo in Lombardia sono ormai quasi 100 mila le prenotazioni effettuate grazie al servizio Cup».

Racca evidenzia inoltre il successo riscosso dallo psicologo in farmacia, un’iniziativa lombarda esportata anche fuori regione. E ancora: «Con l’Istituto europeo di oncologia di Milano abbiamo lanciato un progetto di lotta al fumo e di prevenzione del tumore al polmone, attraverso un programma di screening».
Infine, da metà novembre è attivo il nuovo servizio di consegna di farmaci a domicilio, un progetto sperimentale di 6 mesi lanciato da Federfarma Lombardia in collaborazione con la Regione. I cittadini possono telefonare al numero 02-70102880, dalle 8 alle 17.30 di ogni giorno feriale.

Il call center di Federfarma, presa nota delle esigenze di chi chiama e del suo domicilio, provvede a trasferire la chiamata alla farmacia più vicina aperta che aderisce al servizio. La consegna viene eseguita dalla farmacia previo ritiro della ricetta, qualora necessaria. Garantita la pronta consegna, non oltre 6 ore lavorative. L’eventuale costo del servizio viene valutato da ogni singola farmacia, in funzione del servizio richiesto.

Un ultimo capitolo riguarda i farmaci generici, quelli che propongono la stessa molecola di analoghi farmaci «griffati». E qui il dato è sorprendente. Nonostante il decreto sviluppo sulla spending review lasci al cittadino la scelta su quale tipo di farmaco assumere, i milanesi continuano a snobbare i medicinali equivalenti.
Secondo un sondaggio condotto da Federfarma Milano a novembre, su 300 farmacie private di Milano, Monza e Lodi, 6 farmacisti su 10 (58,9%) dichiarano che più del 50% dei clienti tende a rifiutare a priori il prodotto generico. E per l’84,5% degli intervistati, le persone che chiedono il medicinale senza griffe sono il 30%.

Eppure, il 72,8% dei farmacisti spende da 2 a 4 minuti per informare il cittadino sull’equivalenza fra il prodotto di marca e il generico, e il 14,6% investe per convincerlo più di 4 minuti. «Calcolando tutte le persone che entrano in farmacia, parliamo di qualcosa come 5 ore al giorno di spiegazioni», calcola Paolo Vintani, vicepresidente di Federfarma Milano. Del resto, precisa Racca, «se la gente oggi sa cosa sono i farmaci equivalenti, il merito è dei farmacisti.

D’altro canto, se i generici non decollano, oggi circa il 65% delle confezioni è rappresentato dagli equivalenti. «I farmacisti - assicura Racca - indicano sempre al cittadino il farmaco generico equivalente a quello griffato, come dice la legge. Anche perché credono che informare e assistere i cittadini rappresenti una delle funzioni di servizio fondamentali di una farmacia moderna, presidio sanitario sul territorio». Non mancano, infine, le idee sulle strategie per spingere il settore: il 39,4% degli intervistati propone di uniformare il colore delle confezioni dei farmaci per evitare che i pazienti si affezionino a una scatola senza volerla cambiare; il 15,2% di abolire i nomi di fantasia anche per i nuovi farmaci.